Con il termine ‘agnellino’ non indicavano l’ovino, pur essendo dediti alla pastorizia, ma un chilo di droga, nello specifico marijuana. E proprio ‘Agnellino’ era stato il nome che gli investigatori della Squadra mobile di Ragusa e del commissariato di Comiso avevano dato all’operazione antidroga condotta nel 2014 e coordinata da Valentina Sincero, della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, chiamando in causa diverse persone. Ora e’ arrivata la sentenza di secondo grado della Corte d’appello di Catania per gli imputati, e il conto della giustizia e’ piu’ pesante rispetto al primo grado: 157 anni, 9 mesi e 20 giorni di carcere complessivi per 13 persone, rispetto ai 96 anni e 4 mesi inflitti dal Gup di Catania, Santino Mirabella, nel giugno di un anno fa. La sentenza della Corte d’Appello accoglie pressoche’ in toto le tesi accusatorie della Procura. I condannati sono Emanuele Firrisi, al quale sono stati inflitti 22 anni e 6 mesi; Antonino Ferrante (20 anni di reclusione); Corrado Bellassai (11 anni e 8 mesi); Pieruccio Boschi (14 anni e 4 mesi); Rita Cangialosi (14 anni, 6 mesi e 20); Giovanni Errigo (14 anni, 6 mesi e 20 giorni); Michele Firrisi (10 anni e 4 mesi); Salvatore Incremona (10 anni e 4 mesi); Giuseppe Lauretta (9 anni) Sebatiano Occhipinti (8 anni); Giuseppe Saccone (8 anni); Sheptim Xeka (8 anni, 10 mesi e 20 giorni) e Yber Xeka (3 anni, 10 mesi e 20 giorni). I poliziotti della Mobile di Ragusa e del commissariato di Comiso durante le investigazioni avevano delineato anche il modus operandi del gruppo. Nello specifico l’organizzazione si riforniva di marijuana in Albania e poi, disponendo di una vasta rete di rivenditori al dettaglio, la piazzava sul mercato al detaglio della provincia iblea. La droga veniva consegnata ai clienti direttamente presso le loro abitazioni o ritirata presso i domicili di alcuni degli arrestati. Addette alla consegna erano le due donne del gruppo che con la scusa di consegnare ai clienti la busta della spesa gli portavano la marijuana. Le indagini avevano anche fatto emergere singolari espedienti per superare i controlli della Polizia: in alcuni casi le partite di droga venivano nascoste all’interno di auto appositamente danneggiate per trasportarle con carri attrezzi