Papa Francesco ha chiuso la Porta Santa della Basilica di San Pietro che era stata aperta da lui stesso l’8 dicembre dell’anno scorso. La Porta Santa e’ stata attraversata in questo Giubileo della Misericordia da circa 22 milioni di persone.
Per la Chiesa, in 20 secoli di storia, “la forza di attrazione del potere e del successo e’ sembrata una via facile e rapida per diffondere il Vangelo, dimenticando in fretta come opera il regno di Dio”. Lo ha riconosciuto Papa Francesco nell’omelia della messa di chiusura dell’Anno Santo Straordinario. “Quest’Anno della misericordia – ha affermato rivolgendosi alla grande folla di oggi in piazza San Pietro – ci ha invitato a riscoprire il centro, a ritornare all’essenziale”.
Il Papa ha ricordato le tentazioni che Gesu’ subisce all’inizio e alla fine del Vangelo, quando il diavolo lo invita a rinunciare a regnare alla maniera di Dio, ma lo faccia secondo la logica del mondo: scenda dalla croce e sconfigga i nemici! Se e’ Dio, dimostri potenza e superiorita’!”. “Questa tentazione – ha spiegato Francesco – e’ un attacco diretto all’amore: ‘salva te stesso’, non gli altri, ma te stesso. Prevalga l’io con la sua forza, con la sua gloria, con il suo successo”. Secondo il Pontefice, “e la tentazione piu’ terribile. Ma di fronte a questo attacco al proprio modo di essere, Gesu’ non parla, non reagisce. Non si difende, non prova a convincere, non fa un’apologetica della sua regalita’. Continua piuttosto ad amare, perdona, vive il momento della prova secondo la volonta’ del Padre, certo che l’amore portera’ frutto”.
“Per accogliere la regalita’ di Gesu’, siamo chiamati – ha scandito Papa Bergoglio – a lottare contro questa tentazione, a fissare lo sguardo sul Crocifisso, per diventargli sempre piu’ fedeli. Quante volte invece, anche tra noi, si sono ricercate le appaganti sicurezze offerte dal mondo. Quante volte siamo stati tentati di scendere dalla croce. Questo tempo di misericordia ci chiama a guardare al vero volto del nostro Re, quello che risplende nella Pasqua, e a riscoprire il volto giovane e bello della Chiesa, che risplende quando e’ accogliente, libera, fedele, povera nei mezzi e ricca nell’amore, missionaria. La misericordia, portandoci al cuore del Vangelo, ci esorta anche a rinunciare ad abitudini e consuetudini che possono ostacolare il servizio al regno di Dio; a trovare il nostro orientamento solo nella perenne e umile regalita’ di Gesu’, non nell’adeguamento alle precarie regalita’ e ai mutevoli poteri di ogni epoca.la grandezza del suo regno non e’ la potenza secondo il mondo, ma l’amore di Dio, un amore capace di raggiungere e risanare ogni cosa”. “Per questo amore Cristo – ha continuato – si e’ abbassato fino a noi, ha abitato la nostra miseria umana, ha provato la nostra condizione piu’ infima: l’ingiustizia, il tradimento, l’abbandono; ha sperimentato la morte, il sepolcro, gli inferi”. “In questo modo il nostro Re – ha poi concluso il Papa – si e’ spinto fino ai confini dell’universo per abbracciare e salvare ogni vivente. Non ci ha condannati, non ci ha nemmeno conquistati, non ha mai violato la nostra liberta’, ma si e’ fatto strada con l’amore umile che tutto scusa, tutto spera, tutto sopporta. Solo questo amore ha vinto e continua a vincere i nostri grandi avversari: il peccato, la morte, la paura”