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Licata in ginocchio, l’ira del sindaco: “non attendere morti”

Licata in ginocchio, l'ira del sindaco: "non attendere morti"

Danni ingenti e scuole chiuse a Licata dopo il violento nubifragio che ha messo in ginocchio il grosso centro dell’Agrigentino. Un fiume d’acqua e fango ha invaso strade, immobili e negozi. “I nostri tecnici – dice all’Agi il sindaco Angelo Cambiano – sono in giro per il territorio per verificare l’agibilita’ degli edifici scolastici che oggi restano chiusi precauzionalmente”. Troppo presto avere un bilancio attendibile dei danni a 48 ore dall’evento, sostiene il primo cittadino, ma la devastazione, spiega e’ evidente, “con danneggiamenti alle strutture pubbliche, alle infrastrutture, muri di contenimento che hanno ceduto, condotte di raccolta scoppiate, pavimentazioni divelte, pali e alberi trascinati dalla furia dell’acqua, per non parlare delle gravi conseguenze ai privati”. L’acqua e’ defluita ormai ovunque, tranne in alcune zone, sottolinea il primo cittadino, come Fondachelle o quella balneare, dove ieri sono stati liberati circa sessanta turisti. Conseguenze della pioggia, ma anche degli abusi e dello stato di un territorio aggredito da troppo tempo, rilancia la sua denuncia Cambiano: “Renzi e Crocetta stiano vicini ai territori e li mettano in sicurezza. Non si puo’ aspettare che ci siano vittime per intervenire”. Il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha convocato per domani la giunta regionale che deliberera’ la dichiarazione di stato di emergenza per Licata. Il governo presentera’ in aula un emendamento alla legge di assestamento di bilancio, per stanziare trenta milioni di euro a favore della citta’. “Occorre intervenire per riparare guasti del passato che hanno distrutto la citta’, eliminando quei problemi strutturali che – ha detto Crocetta – possono mettere in ginocchio il territorio”. Danni strutturali contro cui da tempo per la verita’ punta il dito il sindaco anti-abusivi, sotto scorta per la sua battaglia contro gli immobili illegali. Settimane fa aveva minacciato le sue dimissioni, accusando le istituzioni di essere stato lasciato solo; intenzione rientrata solo dopo l’impegno in direzione di un Piano per Licata con al centro le infrastrutture e la manutenzione del territorio. Cosa e’ successo da allora? “Ho ricevuto incoraggiamenti, sono stato ascoltato, ho inviato progetti….”. E poco altro. “Da tempo ho denunciato che da quindici anni sono attive ben sei frane sul territorio – spiega – e che ci sono gravi problemi infrastrutturali. Abbiamo vissuto l’apocalisse, con muri d’acqua che hanno raggiunto anche i cinque-sei metri. Intendo guardare con fiducia a quanto promesso da Crocetta e dal Governo nazionale. Quelle risorse e quel Piano servono per mettere in sesto il territorio e risolvere il nodo di un deficit strutturale, compresa la mancanza di un sistema di raccolta delle acque bianche. Voglio credere che ognuno fara’ la propria parte, ma sprattutto adesso voglio stare accanto ai miei concittadini”.