Anche la stampa americana si interroga sul futuro dell’Italia, perchè si sa, qualsiasi sarà il risultato il problema sarà giorno 5 dicembre. Il dilemma è sui possibili scenari che la vittoria del SI o del NO potrebbero aprire.
Sia il Financial Times che il Wall Street Journal dedicano oggi un articolo al referendum italiano e alle possibili conseguenze politiche ed economiche, segnalando entrambi possibili rischi per l’euro. Il Wsj, in prima pagina, sottolinea i rischi per gli investitori che “si preparano al tumulto”, mentre il Ft gli dedica un commento nelle pagine interne, firmato da Wolfgang Munchau che vede dopo il referendum il rischio di una nuova “crisi della zona euro”.
In caso di vittoria del ‘no’, Munchau sul Ft prevede “una sequenza di eventi che metterebbe in dubbio l’appartenenza dell’Italia alla zona euro”. Una possibilità “inquietante che non ha nulla a che fare con il referendum stesso”, ma con altre cause. La prima è la debole performance economica del Paese che “ha perso il 5% di produttività” dall’adozione dell’euro nel 1999, “mentre in Germania e Francia è salita del 10%”. La seconda è il “fallimento” dell’Ue “che non ha saputo costruire una vera Unione economica e bancaria dopo la crisi del 2010-2012 e ha invece imposto l’austerità”.
“Se respinto, il referendum avrà il potere di far tremare i titoli bancari, spingere gli spread ed indebolire ulteriormente l’euro”, scrive invece il Wsj. I recenti sondaggi, che danno il ‘no’ avanti “hanno innervosito gli investitori”. Ma le “vendite” sui mercati in caso di vittoria del ‘no’ potrebbero “avere vita breve”, come avvenuto con il voto Usa e con la Brexit. Inoltre, la “ricaduta politica potrebbe essere meno severa del temuto se ci fosse un Governo per gli affari correnti credibile e se il sostegno per il M5S scemasse”.