Tre giorni per urlare la propria verità. Si chiude in bellezza la terza edizione di “Sii come sei”, l’iniziativa organizzata a Marzamemi da Arcigay Siracusa e da Ci si piazza Arcobaleno con il patrocinio del comune di Pachino e la direzione artistica curata dal vice presidente Arcigay Siracusa, Sebastiano Cammisuli.
Tanti i temi affrontati nella piazza del borgo che si è trasformato in una vera e e propria agorà culturale. Semplicità e amore allo stato puro sono stati ritratti negli scatti esposti durante la mostra “Baciami ancora” a cura di Salvatore Sidoti.
Successo di pubblico e partecipazione domenica sera alla tavola rotonda, durante la quale si è parlato di gender e omofobia.
Le serate di sabato e domenica sono state dedicate anche a momenti ludici, di canti, aggregazione, divertimento e flash mob.
“Un successo davvero inaspettato è stata la terza edizione del Sii come sei Rainbow- dichiara il Presidente del’Arcigay di Siracusa Armando Caravini, un successo che va ben oltre le più rosee aspettative. Finalmente siamo riusciti ad accogliere una grande fetta di pubblico e a regalare momenti di cultura, riflessione e divertimento anche all’estremo sud della nostra provincia, confermando l’intenzione della mia dirigenza di lavorare anche in provincia e non soltanto nella città capoluogo”.
Conferma il successo e la soddisfazione anche il vice presidente dell’associazione Arcigay di Siracusa Seby Cammisuli per la riuscita dell’evento, per il grande aiuto offerto dai tanti commercianti che hanno sponsorizzato l’evento e i tanti artisti che hanno contribuito gratuitamente alla riuscita della manifestazione. “La mostra fotografica è stata ampiamente apprezzata, grazie anche ad un guest book che ha preso diversi messaggi da turisti e non, messaggi positivi di curiosità, di rispetto e di condivisione. Bellissimo e riuscitissimo lo spettacolo di sabato sera. Lo scopo dell’intera manifestazione- conclude Sebastiano Cammisuli- ha dato diversi punti di riflessioni alle tematiche LGBT; nello specifico si è cercato di poter abbattere il muro dell’ipocrisia, che regna soprattutto nei piccoli centri, e vivere la propria identità tranquillamente”.