“Ero capocantiere all’Anas, mi occupavo della costruzione delle autostrade Palermo Messina e Palermo Mazara del Vallo. Nel 1983 sono andato in pensione e mi sono occupato di costruzione di edifici e anche di riscuotere la messa a posto. Ho conosciuto Bernardo Provenzano negli anni Settanta, l’ultima volta l’ho visto nel 2000”. Sta deponendo, in qualita’ di teste assistito, coperto da un paravento Giuseppe “Pino” Lipari, 81 anni, geometra, considerato il “consigliori” del boss Bernardo Provenzano.
A suo carico quattro sentenze di condanna per il reato 416 bis. Riprende cosi’ dinanzi alla Corte di assise presieduta da Alfredo Montalto, il processo sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia, nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo. A chiedere il “paravento” per evitare che gli imputati possano scorgere il suo viso – in considerazione del fatto che Lipari “ha rilasciato dichiarazioni accusatorie nell’ambito delle indagini preliminari a carico di alcuni imputati collegati in videoconferenza” – e’ stato il pm Nino Di Matteo. Presenti in aula anche al procuratore aggiunto Vittorio Teresi e ai sostituti Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia.