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“Tu che indovinavi Beethoven” di Concita Gallo

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Questo libro non vuole donare o prendere, dare o togliere, arricchire o derubare. È un libro che vorrebbe solo provare a fare riflettere. […] Anzi, a pensarci bene forse una cosa vorrebbe insegnarla, oppure solo dirla, questo libro. L’Amore, in ogni sua forma, è sempre uguale all’Amore e dinanzi ad esso tutti siamo davvero uguali!”
Con questo prologo la scrittrice siciliana Concita Gallo ci introduce verso un racconto dal sapore agrodolce, proprio come la terra dove esso è ambientato, la Sicilia.
Ispirato da una storia vera, il secondo romanzo di Concita narra le vicende di Samuel, giovane ragazzo alle prese con la scoperta della propria omosessualità. L’autrice riesce a dar voce alle paure, alle complessità e alle debolezze di un personaggio che affronta l’ostacolo più grande della sua vita. La famiglia e la società.

Concita Gallo, con la sua scrittura calda e trascinante, ci accompagnerà in un viaggio tra gli anni ottanta e gli anni novanta attraverso personaggi e luoghi della provincia che tanto hanno in comune con le atmosfere colorate e sensuali delle pellicole di Ozpetek.
“Tu che indovani Beethoven” è un romanzo che mette in scena il difficile rapporto tra Samuel e il padre, la scoperta dell’anima gemella, la consapevolezza delle sue fragilità, ma soprattutto la necessità di amare. Ed anche quando la storia volge verso un finale crudele e angosciante, tutto ciò che riusciamo a leggere tra le pagine è l’amore di Samuel verso la vita stessa.
Tutti possiamo raccontare una storia, ma quando si racconta l’Amore, quando si narra l’Amore, l’unica cosa che conta davvero è avere occhi per osservare e cuore per ascoltare.
Ed in questo Concita si rivela un’attenta scrutatrice.