Carri pesanti — Si dice che i generali preparano sempre l’ultima guerra, non la prossima. I russi, per esempio, hanno la fissa dei carri armati, che—Stalingrado a parte—gli hanno permesso di schiacciare la Wehrmacht tedesca nella Seconda Guerra Mondiale.
I carri sovietici dell’epoca non erano a livello dei Panzer, ma i carri tedeschi, costosi da fabbricare, erano pochi e avevano una meccanica da orologio svizzero, di difficile manutenzione. Quelli russi erano rozzi, semplici e, soprattutto, tantissimi. Il successo contro i Nazisti ha anche insegnato una lezione duratura e semplice: se devi invadere l’Europa—o anche solo minacciare di farlo—bisogna avere molti carri.
I carri da combattimento—i “main battle tanks” (MBT) in inglese—sono le regine della guerra terrestre. Quelli più “quotati” sono gli Abrams americani, i Leopard tedeschi, i Challenger inglesi, i Leclerc francesi e la serie dei Merkava israeliani. Anche l’italiano Ariete è abbastanza considerato. Sono straordinariamente costosi. Un M1A2 Abrams parte al momento da circa 8,6 milioni di dollari e un Leopard 2 A7+ potrebbe arrivare fino ai $10 milioni con tutti gli optionals.
I carri russi invece, le serie T-72 e T-90, erano rimasti indietro—mezzi solidi e rodati sì, ma non facevano venire i brividi di terrore. Ora però uno splendido nuovo disegno russo, il T-14 “Armata”, sta agitando gli analisti occidentali. Una recente relazione dell’intelligence britannica asserisce che: “Armata rappresenta il più rivoluzionario passo avanti nel disegno dei carri dell’ultimo mezzo secolo”.
Del nuovo design sono particolarmente ammirate la torretta—totalmente automatizzata, digitalizzata e senza “passeggeri” umani—e la “capsula” blindata di protezione per l’equipaggio giù nel corpo del mezzo, completamente separata dal magazzino delle munizioni. Armata dispone di un’armatura reattiva di ultima generazione, nonché di sistemi di protezione attivi che abbattono i colpi ostili in arrivo a una velocità fino a tremila metri al secondo. L’arma principale è un cannone da 125 mm a canna liscia, capace di sparare dieci colpi al minuto con un gittata effettiva di sette km e una “velocità alla volata” superiore al più potente cannone da carro Nato attualmente in servizio, il Rheinmetall 120 mm montato dal Leopard 2 tedesco. Secondo gli analisti, la torretta potrebbe in futuro accogliere un nuovo “tubo” da 152 mm già in sviluppo—una prospettiva che non genera entusiasmo in Occidente.
È l’intelligence inglese ad agitarsi in modo particolare. Altri se ne preoccupano molto meno—non perché Armata non prometta di essere un mezzo formidabile, ma perché dubitano che i russi possano permettersi di fabbricarlo in numero sufficiente per diventare un pericolo. Per ora, ne esistono solo venti esemplari, tutti piattaforme di prova. La produzione vera dovrebbe iniziare nel 2018 per raggiungere poi le 120 unità l’anno se tutto va bene. Ma anche se va male è un problema, o forse un sintomo…
Lord West di Spithead, già “First Sea Lord” e ascoltato esperto di affari militari, ha detto in una recente intervista al Telegraph di essere “molto preoccupato” per il riarmo russo: “Al momento, la loro è un’economia di guerra. Hanno il PIL dell’Italia, ma tentano di spendere per la difesa come gli americani. Ciò che fanno è insostenibile, e quando una cosa è insostenibile, allora può succedere di tutto”.