Avrebbero dato vita ad “un sistema consolidato di illegalità dentro e fuori dal Comune di Priolo finalizzato – come afferma il Gip – al condizionamento e alla prevaricazione per il perseguimento illecito di finalità di tipo personale e clientelare”. Questa l’accusa a carico del sindaco di Priolo, Antonello Rizza, di due dirigenti del Comune e di un imprenditore coinvolti nell’operazione “Res pubblica” della Polizia di Stato, diretta dal sostituto procuratore Margherita Brianese e coordinata dal Procuratore capo, Francesco Paolo Giordano. Nella vicenda sono coinvolti altri 13 indagati.
Per il sindaco Rizza è stata disposta la misura degli arresti domiciliari; obbligo di presentazione giornaliera alla Polizia Giudiziaria, invece, per Salvatore Cirnigliaro, dirigente del Settore Sport e Spettacolo del Comune di Priolo Gargallo, per il reato di turbata libertà degli incanti in concorso; per Francesco Artale, imprenditore ed amministratore della “Indie Sound Music s.a.s”, per i reati di turbata liberta del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture e per Flora La Iacona, dirigente del Settore Pubblica Istruzione del Comune di Priolo Gargallo, che all’epoca dei fatti era Dirigente del Settore Politiche Sociali per il reato di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e truffa aggravata.
Effettuate, sempre questa mattina delle perquisizioni a carico degli indagati, che hanno riguardato anche apparecchiature informatiche a loro in uso grazie alla collaborazione di tecnici specializzati della Guardia di Finanza del Comando di Siracusa.
I fatti contestati risalgono alla seconda metà del 2016 e si riferiscono a tre episodi di segnalazione di persone vicine al Sindaco per l’affidamento di appalti del Comune, episodi di truffa e tentata truffa ai danni del Comune che sarebbero stati commessi in concorso tra il sindaco, un funzionario comunale e un imprenditore, riguardante l’acquisto di beni tramite Consip con codici alterati e tali da consentire all’imprenditore segnalato la vendita dei beni per prezzi maggiorati, un episodio di frode nelle pubbliche forniture attribuito al solo imprenditore e connesso agli stessi appalti, e infine un episodio di tentata concussione, allo scopo di ottenere l’assegnazione di un appalto ad un imprenditore vicino al sindaco.
Inoltre, per Artale e per l’imprenditore Sebastiano Carpinteri è stato disposto il sequestro preventivo pari a 15.461,01 euro in relazione alle condotte di truffa e frode e per 86.278,72 euro in relazione a condotte di truffa ai danni del Comune in relazione alla gestione della piscina comunale (anche per equivalente).