Ha tenuto in braccio il figlioletto di 2 anni e mezzo morto annegato fino a quando è arrivato a Pozzallo con la nave Sea Watch. Questo quanto capitato a una donna, nigeriana di 26 anni.
Il marito aveva raggiunto l’Italia mesi fa. La donna, che poi a Pozzallo ha dovuto riconoscere ufficialmente il figlio, è stata affidata ad una struttura protetta. E nel naufragio, da cui la donna è scampata, lunedì scorso, potrebbero essere 50 i migranti scomparsi in mare. I cadaveri recuperati sono 5, compreso il bimbo. Lo scafista potrebbe essere morto o essere stato salvato dalla Guardia Costiera libica. Lo dice la polizia di Ragusa dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei superstiti nell’ambito delle indagini dello sbarco, avvenuto ieri a Pozzallo.
Dall’attività investigativa, condotta dalla squadra mobile di Ragusa – con la partecipazione della Guardia di Finanza di Pozzallo e dei Carabinieri – è stato appurato che 145 persone circa erano partite dalle coste libiche su un gommone che giunto in acque internazionali ha iniziato ad imbarcare acqua. Dopo poche decine di minuti il gommone era semi sommerso ed è stato avvistato da un elicottero della Marina Militare italiana che ha lanciato l’allarme.