L’Ordine è quasi una garanzia, quali sono le criticità mosse dai professionisti?
L’ordine è un organo posto a tutela dei cittadini e non degli iscritti. Nel momento in cui un cittadino si rivolge a un professionista iscritto all’ordine, il cittadino deve sapere che quel professionista ha determinati requisiti di preparazione, formazione e deontologia riconosciuti.
Quindi un cittadino che riscontra dei problemi con il professionista si può rivolgere all’ordine?
Certo. Noi però abbiamo poteri sugli iscritti e non sui terzi. Ovviamente cerchiamo di avvantaggiare anche i commercialisti e quindi abbiamo protocolli d’intesa con l’Agenzia delle Entrate, dove abbiamo uno sportello dedicato a noi. Poi abbiamo un rapporto consolidato con Riscossione Sicilia, e proprio all’interno dell’Ordine abbiamo istituito uno sportello polifunzionale che fornisce chiarimenti e altro. Le criticità che riscontrano i colleghi sono molte, ma spesso legate a normative nazionali sulle quali noi non possiamo agire più di tanto. A livello regionale il discorso è più complicato.
Lo Statuto Speciale della Sicilia, in quest’ottica, è un’arma a doppio taglio?
Secondo me è più un ostacolo. Noi come Ordine dallo Statuto non abbiamo vantaggi.
Qual è la risposta dei cittadini, o meglio, in quanti vengono a muovere dei problemi?
Ormai accade con una frequenza maggiore rispetto al passato. Più che altro i nostri interlocutori sono le imprese e in misura minore i privati. Spesso il problema che ci segnalano i nostri iscritti è un altro: il mancato pagamento delle prestazioni. Per il lavoro che facciamo noi siamo portati necessariamente a finire il lavoro, ma il mancato pagamento è proprio un cancro.
Che rapporti ci sono tra l’Ordine e l’Amministrazione comunale, in particolare con questa attuale?
Noi sediamo ai tavoli tecnici e veniamo coinvolti abbastanza. Il nostro ruolo è quello di revisori degli enti locali e quindi un ruolo di controllo. Il collegio dei revisori è allo stesso livello del sindaco. Ci sono stati dei problemi con questa Amministrazione nell’approvazione del bilancio, ma nulla di irrisolvibile.
Questo mestiere è ancora allettante per i giovani?
Nel corso degli ultimi anni c’è una crescita di iscritti. A livello nazionale siamo 115mila, a livello provinciale 650. Ultimamente il trend si è stazionato. C’è da dire che l’accesso alla professione non è semplice, perchè la laurea è 3 anni più 2, poi ci sono 18 mesi di tirocinio e infine l’esame di stato. Ma i giovani al Sud sono ancora attratti dal mestiere del commercialista.
Come sta cambiando la professione?
Con l’avvento della fatturazione sembra che le aziende, in futuro, non avranno più bisogno di una figura che tiene la contabilità. Ma ci sono vari ambiti dove il commercialista diventa un ruolo fondamentale, ad esempio nella gestione dei fondi europei. Da anni lavoriamo sulla crisi d’impresa, proprio alla luce di questo momento storico. Ad esempio, noi abbiamo creato l’organismo di composizione della crisi di sovraindebitamento, l’unico in tutta la provincia autorizzato dal ministero.
E come funziona?
Qualsiasi cittadino che ha debiti di qualsiasi natura può accedere ai benefici della legge passata alla storia come ‘salva suicidi’ che consente di stralciare una parte dei debiti, ma ci vuole il requisito della meritevolezza, e cioè l’aver contratto debiti nel momento in cui era possibile sostenere l’impegno preso. Questa è una legge anti usura, nell’ottica di tutelare il cittadino.
Per chi ha perso il lavoro come funziona?
Bisogna comunque avere un minimo per pagare una parte del debito,ma comunque ci sono delle protezioni. Si prevede anche una rateizzazione a lungo termine.
Avete anche dei progetti a sfondo sociale?
Noi non siamo solo quelli che fanno pagare le tasse, ma anche quelli che aiutano a districarsi nel complicato mondo fiscale. Poi ogni anno noi facciamo qualche progetto di beneficenza. A Natale scorso ad esempio abbiamo fatto una serata al teatro di Noto, una bellissima serata, con il ricavato abbiamo acquistato un pulmino per disabili e poi i televisori al reparto di pediatria dell’ospedale Umberto I di Siracusa sono stati donati da noi.
