Una denuncia in piena regola quella di Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni. Un piccolo paesino che, come gli altri negli ultimi periodi sta accusando un grave colpo a livello economico: liquidità quasi assente e tagli alle finanziarie (negli ultimi 4 anni in Sicilia da oltre 900 milioni il fondo per i Comuni si è ridotto ad appena 300 milioni), più i ritardi con i quali i finanziamenti vengono trasferiti agli Enti da parte della Regione.
Lo Stato, dal lato suo, non contribuisce. Anche gli Istituti bancari sono lasciati da soli, mentre prima svolgevano la funzione di tesoreria. La decisione della Banca d’Italia di attribuirsi i patrimoni dei Comuni, sta portando all’assenza di istituti bancari nelle gare per espletare il servizio di Tesoreria, causando un vero e proprio collasso nella vita degli Enti Locali.
“Quello che sta avvenendo – commenta il Vice Presidente di AnciSicilia, Paolo Amenta – è l’ulteriore colpo inferto ai già agonizzanti Comuni, privi di liquidità, dopo i notevoli tagli alle risorse finanziarie e, come se non bastasse, agli ormai considerevoli ritardi con i quali la Regione trasferisce loro le spettanze, che ne mettono a dura prova la stabilità e la vita stessa. A ciò si aggiunge la tecnica adottata dalla Stato, che già alla fonte trattiene la sua parte di fiscalità, intorno al 50%, lasciando ai Comuni solo i crediti, ovvero, la quota dell’evasione che in Sicilia, sappiamo tutti è per lo più per necessità, non avendo le famiglie un solo centesimo con oltre il 60 % di disoccupazione giovanile e quasi il 40% di disoccupazione ordinaria.
Il servizio di Tesoreria per i Comuni – aggiunte il Vice Presidente di AnciSicilia – che le banche, dietro gara pubblica, svolgevano e ancora in alcuni casi svolgono, di fronte ad un quadro di disperazione, rappresentava e rappresenta, oltre all’espletamento dei servizi soliti di riscossione, erogazione e pagamenti, che così verranno meno, anche una boccata di ossigeno, dando la possibilità, seppur pagando interessi non indifferenti, di accedere ad anticipazioni che quanto meno garantivano quella liquidità indispensabile a poter svolgere i servizi per i cittadini e pagare stipendi e fornitori. Interessi che con molti sacrifici i Comuni pagano e che ricadono sulle spalle dei nostri cittadini, in grande percentuale già in ginocchio da un disagio sociale che non sembra più fermarsi.
Per cui, privare i Comuni delle garanzie da offrire alle banche, non avere più date certe per i trasferimenti delle risorse finanziarie, sono ulteriori elementi negativi che aggravano la vita degli Enti Locali, molti dei quali non sono più in grado di poter svolgere una gara per l’individuazione delle proprie Tesorerie, e di conseguenza avere quelle anticipazioni che sinora sono stati vitali.
Siamo così passati da situazioni in cui le banche-Tesorerie, pur di garantirsi il servizio, offrivano, dai propri fondi, contributi ai Comuni per svolgere attività culturali e ricreative, al fatto che le stesse oggi non partecipano più alle gare per averlo quel servizio.
Non si capisce – conclude il Vice Presidente, Paolo Amenta – come i Governi, nazionale e regionale, non abbiano una visione reale della vita del Paese, dei territori e delle comunità che così rischiano veramente di scomparire. È urgente, pertanto, mettere subito mano a questo problema. Perché per molti Comuni non ci sarà un Natale né tantomeno un futuro».