Soldi in cambio di favori per gare di appalto da milioni di euro. E’ questa l’ipotesi della Procura di Napoli che ha iscritto nel registro degli indagati l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e un dirigente della Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. L’imprenditore ha ricevuto un avviso di garanzia per l’ipotesi di associazione per delinquere e corruzione in concorso con altre persone e pertanto e’ stata disposta una perquisizione dal pm della Dda di Napoli, Henry John Woodcock, con i colleghi Celeste Carrano e Enrica Parascandolo. E’ una indagine partita da una serie di intercettazioni nell’ambito di una indagini che la Procura partenopea sta conducendo su una serie di irregolarita’ negli appalti vinti da imprese che fanno capo a Romeo. Il dirigente della Consip, secondo quanto si e’ appreso, si sarebbe attivato per favorire l’imprenditore, e, in cambio di presunte tangenti, con notizie riservate che avrebbero favorito la formazione di cartelli di imprese, con bandi cuciti su misura. La perquisizione e’ stata eseguita dal Noe di Roma e dal Nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli.
La risposta della Consip non si fa attendere: “L’azienda attende fiduciosa gli sviluppi delle stesse”: e’ quanto si legge in una nota. “In data 21 dicembre, – si legge – appena avuta notizia del procedimento, al fine di tutelare l’immagine e la reputazione della Consip, si è definito, anche in condivisione con l’Arch. Marco Gasparri, di modificare l’assetto delle responsabilità organizzative prevedendo il suo collocamento su progettualità trasversali”.
Ma in questa bufera finisce anche la politica, così come riportato dal Fatto Quotidiano. Sull’affare Consip sarebbe coinvolto anche il ministro Luca Lotti “per rivelazione di segreto e favoreggiamento nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura”.
Il ministro affida a Facebook il suo sfogo, e scrive: “Dopo settimane di lavoro molto intenso tra referendum, crisi di governo e primi passi del nuovo impegno come ministro mi ero preso un giorno di ferie per la prima recita di Gherardo, mio figlio. Oggi pero’ un giornale scrive che sarei indagato per rivelazioni di segreto d’ufficio in una inchiesta che vedrebbe indagato persino il Comandante generale dell’Arma dei carabinieri. E’ una cosa che semplicemente non esiste. Inutile stare a fare dietrologie o polemiche. Sto comunque tornando a Roma per sapere se la notizia corrisponde al vero e, in tal caso, per chiedere di essere sentito oggi stesso. E’ una cosa che non esiste e non ho voglia di lasciarla sospesa. Noi non scappiamo dalle indagini: siamo a totale disposizione di ogni chiarimento da parte dell’autorita’ giudiziaria. La verita’ – del resto – e’ piu’ forte di qualsiasi polemica mediatica e non vedo l’ora di dimostrarlo. Buon Natale a tutti”.