E’ morto a Roma Tullio De Mauro, ex ministro della Pubblica Istruzione durante il Governo Amato. Lo annuncia in un tweet il settimanale Internazionale. De Mauro, linguista e docente universitario, aveva 84 anni.
Una vita spesa a lottare contro l’analfabetismo, specie quello cosiddetto ‘di ritorno’, piu’ insidioso e difficile da contrastare rispetto a quello in origine. Sostenendo per l’ennesima volta in un’intervista del marzo scorso che “purtroppo l’analfabetismo e’ oggettivamente un instrumentum regni, un mezzo eccellente per attrarre e sedurre molte persone con corbellerie e mistificazioni”. Per il linguista scomparso oggi solo meno di un terzo della popolazione italiana avrebbe i livelli di comprensione della scrittura e del calcolo necessari per orientarsi nella vita di una societa’ come l’attuale. Un’esistenza, la sua, che ha significato anche convivere con il dolore per la morte del fratello Mauro, giornalista de l’Ora di Palermo rapito e ucciso dalla mafia nel settembre 1970, ucciso perche’ arrivato a scoprire scomode verita’ sul legame tra consorterie criminali e politica. Tullio De Mauro e’ stato questo, non solo un linguista e non solo ministro dell’Istruzione dal 25 aprile 2000 all’11 giugno 2001 nel Governo Amato II e rappresentando in questo caso forse una rarita’ nella politica italiana per la sintonia tra professione e ruolo istituzionale.
Nato a Torre Annunziata il 31 marzo 1932, frequento’ il liceo classico statale ‘Giulio Cesare’ di Roma. Nel 1951 l’adesione al Partito Liberale Italiano per favorirne la sinistra interna legata alla rivista Il Mondo. Ha insegnato a vario titolo in diverse universita’ italiane (Napoli “L’Orientale”, Palermo, Chieti, Salerno) dal 1957, e poi come professore di prima fascia dal 1967. Ha insegnato Linguistica generale e ha diretto il Dipartimento di Scienze del Linguaggio nella Facolta’ di Lettere e Filosofia e successivamente il Dipartimento di Studi Filologici Linguistici e Letterari nella Facolta’ di Scienze Umanistiche della Sapienza di Roma. E qui va sottolineato che fu proprio De Mauro, assieme ad Alberto Asor Rosa, a contribuire a fondare questa facolta’. Nel suo percorso professionale anche la traduzione del Corso di linguistica generale (Cours de linguistique generale) di Ferdinand de Saussure che, insieme con alcuni autori strutturalisti, ha avuto una certa influenza sul suo pensiero. Ha presieduto la Societa’ di Linguistica Italiana (1969-73) e la Societa’ di Filosofia del Linguaggio (1995-97). Nel giugno 1971 ha sottoscritto la lettera aperta pubblicata sul settimanale L’Espresso sul caso Pinelli. Nell’ottobre dello stesso anno ha firmato l’Autodenuncia di solidarieta’ a Lotta Continua. Sul fronte dell’impegno politico, nel 1975 e stato eletto al Consiglio Regionale del Lazio nelle liste del PCI, e l’anno dopo nominato assessore alla Cultura, incarico che terra’ fino al 1978. Nel novembre 2006 ha contribuito alla fondazione dell’associazione Senso Comune per un progetto di dizionario informatico, di cui e’ stato presidente. E’ stato socio ordinario dell’Accademia della Crusca. Inoltre, ha diretto la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci e presieduto il comitato direttivo del Premio Strega. Dal 2001 al 2010 ha presieduto Mondo digitale, fondazione del Comune di Roma, da cui e’ stato rimosso nel giugno 2010 dalla giunta Alemanno: motivazione ufficiale l’eta’ anagrafica, ma De Mauro parlo’ di ragioni ideologiche. C’e’ stata anche una parte giornalistica nel percorso di Tullio De Mauro. Ha collaborato infatti per anni a giornali e settimanali: Il Mondo, Paese Sera, L’Espresso. Ha saltuariamente collaborato con L’Unita’, La Stampa, La Repubblica, Il manifesto, Il Sole-24 Ore, Il Mattino e regolarmente con Internazionale con le rubriche “La parola”, dal 2006, e “Scuole” dal 2008. A proposito della rivista Internazionale, il direttore e’ Giovanni De Mauro, suo figlio. Tra il 1960 e il 1973 ha collaborato a trasmissioni radiofoniche e televisive Rai, con cui riprese a collaborare nel periodo 1997-2000. Dal 1978 ha collaborato a cicli di trasmissioni radio e televisive della RTSI (Radiotelevisione della Svizzera Italiana).