E’ in crescita il potere d’acquisto delle famiglie, e cala contemporaneamente la pressione fiscale. I dati sono relativi al III trimestre dell’anno scorso, e sono stati diffusi dall’Istat, e sono un segnale positivo in vista dei prossimi mesi. Nonostante salga il loro reddito, le famiglie pero’ sembrano poco propense a fare investimenti ‘importanti’ come l’acquisto di una casa e anzi piu’ inclini a fare le ‘formiche’, forse spaventate da anni di recessione economica e del timore di perdere il lavoro. I dati parlano infatti di un aumento della propensione al risparmio delle famiglie consumatrici del 9,3%, in crescita dello 0,6% rispetto al terzo trimestre del 2015. Su base congiunturale, si registra invece una lievissima flessione (-0,1%) ma cio’, spiega l’Istat, deriva da una crescita dei consumi finali di poco superiore a quella del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (0,3% e 0,2% rispettivamente).
Tornando al potere d’acquisto delle famiglie l’Istat rileva un aumento nel terzo trimestre rispetto al precedente dello 0,1%. In termini tendenziali, invece, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici e’ aumentato dell’1,9% e il deflatore implicito dei consumi delle famiglie dello 0,1%, determinando una crescita del potere di acquisto dell’1,8%.
Cio’ non determina necessariamente la voglia di investire, ad esempio nel ‘mattone’: anzi il tasso di investimento delle famiglie consumatrici (definito come rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e reddito disponibile lordo) nel terzo trimestre 2016 e’ stato pari al 5,9%, risultando invariato rispetto tanto al trimestre precedente che al corrispondente trimestre del 2015. In termini congiunturali si registra una lieve flessione degli investimenti fissi lordi (-0,2%) a fronte del contenuto aumento del reddito disponibile lordo. Infine, la buona notizia e’ che cala, nel III trimestre, la pressione fiscale: l’Istat fa sapere che e’ stata pari al 40,8%, segnando una riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Dati, questi, che non confortano i consumatori: questo perche’, secondo Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti, rispettivamente, di Federconsumatori e Adusbef, l’aumento del potere d’acquisto e’ vanificato dal livello allarmante della disoccupazione, che abbatte il reddito reale di oltre 400 euro a famiglia. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, osserva che gli italiani, in una fase di grande incertezza economica e politica, sono diventati sempre piu’ ‘formiche’, ossia hanno incrementato il risparmio mettendo da parte i soldi, rimandando al futuro gli acquisti. “Questo non e’ certo un bene per l’economia nazionale, perche’ attesta un clima di generale sfiducia da parte delle famiglie”, conclude.