ex braccio destro della Raggi

Corruzione, riesame: Raffaele Marra resta in carcere

Corruzione, riesame: Raffaele Marra resta in carcere

Resta in carcere Raffaele Marra, l’ex braccio destro del sindaco Virginia Raggi, arrestato il 16 dicembre scorso per corruzione in concorso con l’imprenditore Sergio Scarpellini. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Roma respingendo l’istanza con la quale l’avvocato Francesco Scacchi, difensore del dirigente comunale, chiedeva la liberta’ o, in subordine, la concessione degli arresti domiciliari.
Stando a quanto ricostruito dalla Procura, Marra, nel giugno del 2013, avrebbe ricevuto indebitamente, “per l’esercizio dei poteri e delle funzioni inerenti agli incarichi ricoperti all’epoca (fino al 9 aprile di quell’anno era Direttore della Direzione Regionale Organizzazione Personale, Demanio e Patrimonio della Regione Lazio e dal 9 maggio era diventato Direttore del dipartimento partecipazioni e controllo Gruppo Roma Capitale/sviluppo economico locale di Roma Capitale, ndr), utilita’ economiche, pari a 367mila euro, provenienti dai conti correnti personali di Scarpellini” per l’acquisto di un immobile in via dei Prati Fiscali 258 poi intestato alla moglie Chiara Perico. E nel 2009, ma l’episodio e’ ormai prescritto, lo stesso imprenditore vendette a Marra un appartamento in zona Eur applicando in suo favore “il considerevole ‘sconto’ di circa 500mila euro”. Tuttavia, a mettere nei guai Marra e a convincere la Procura della necessita’ di applicare una misura cautelare, e’ stata una telefonata del 30 giugno scorso nella quale il funzionario comunale, che era vice capo di gabinetto in Campidoglio, ha ricordato alla segretaria di Scarpellini di essere sempre a sua disposizione. “Le consistenti regalie fatte nel 2009 e nel 2013 da Scarpellini a Marra – ha poi scritto il gip Maria Paola Tomaselli, recependo le argomentazioni della Procura – trovano ragionevole spiegazione esclusivamente in una logica corruttiva, stante le funzioni pubbliche svolte all’epoca dallo stesso Marra in settori connessi agli interessi dell’imprenditore, dalche’ ne discende che la ripetuta profferta di disponibilita’ del medesimo operata nel corso di quella conversazione telefonica appare chiaramente collegata al mercimonio della funzione”.