La Procura Distrettuale Antimafia di Catania ha arrestato Mirmina Spatalucente Daniele, 28 anni e già noto alle Forze dell’Ordine, e Adriano Panuzzo 35 anni, per il reato di ricettazione in concorso. I fatti risalgono all’inverno a cavallo tra l’anno 2014/2015. I lavori di ristrutturazione della scuola Maiore di via Platone, nel quartiere Portavecchia vengono eseguiti, dietro appalto, dalla ditta catanese MaGeCo. Tra il 6 ed il 9 marzo 2015, ignoti si sono introdotti nel cantiere di via Platone, nel cortile dell’Istituto scolastico Maiore, asportando un escavatore ed un bobcat appartenenti alla predetta ditta.
Le intercettazioni telefoniche hanno messo in evidenza le responsabilità a carico dei due, i quali stavano lavorando per vendere la merce rubata.
L’ipotesi è diventata certezza in seguito al pedinamento di Pannuzzi, il quale all’alba del 3 aprile 2015, dopo aver raggiunto a bordo di un furgoncino il garage dell’abitazione del Mirmina Spatalucente, caricava qualcosa sul mezzo e ripartiva percorrendo il tratto stradale di c.da Bochini, seguito a debita distanza dagli agenti del Commissariato.
La corsa è stata interrotta da un posto di blocco, di fronte al quale i due hanno fatto retromarcia. I due hanno quindi cambiato strada ma, nella strada per Avola sono stati fermati e perquisiti. I Poliziotti hanno trovato nel furgone la benna rubata alla ditta MaGeCo.
A nulla servivano, nel corso degli accertamenti, i tentativi di avviso telefonico del Mirmina perché si facesse parte attiva nel far scomparire altre cose (……… “gli sto dando i documenti…quello là in campagna levalo nel caso dovessero venire”) poiché la Polizia eseguiva una perquisizione nella campagna del Pannuzzo, in cda Fiumara, peraltro confinante con quella del Mirmina, dove veniva portato alla luce anche il martello pneumatico riconosciuto di sua proprietà dal titolare della ditta MaGeCo. È probabile che il ritrovamento parziale della refurtiva, abbia fatto desistere i due individui dal portare a compimento o tentare una condotta di natura estorsiva nei confronti del proprietario della ditta.
È probabile che il ritrovamento parziale della refurtiva, abbia fatto desistere i due individui dal portare a compimento o tentare una condotta di natura estorsiva nei confronti del proprietario della ditta.
I due adesso si trovano agli arresti domiciliari.
