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I ragazzi del molo di Sant’Antonio di Armando Carruba

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“Era il primo giorno di scuola: si ritornava sui banchi dopo aver passato l’estate a fare i bagni al molo S. Antonio”, inizia con un vivido ricordo d’infanzia la raccolta di racconti brevi di Armando Carruba, pubblicata da Intrecci Editore nel mese di dicembre 2018.

Un’opera prima sincera e introspettiva, in cui l’autore raccoglie tra i frammenti della propria memoria, aneddoti, emozioni, luoghi e personaggi della sua Sicilia, dedicando alla moglie e ai figli – e regalando a tutti – una preziosa eredità di quadri storici, poetici e narrativi.

Dagli anni ‘50/’60, fino alla fine degli anni ’70, l’intensa nostalgia di Carruba arricchisce di vita e genuinità le testimonianze del passato. Ricordi e aneddoti si susseguono a getto continuo, ricchi di osservazioni; testimonianza del suo interesse per le tradizioni siciliane, della profonda sensibilità acquisita e del desiderio di continuare a studiare, a ricercare, approfondire, comparare la vita antica all’attuale, che tanto spesso si dimostra deludente e scarna di emozioni.
“Mio padre, quando le cose non andavano per il verso giusto, non si stancava mai di ripetere che si stava meglio quando si stava peggio, riferendosi chiaramente agli anni della sua giovinezza. Mio figlio piccolo spesso e volentieri mi chiede come potessimo vivere, noi ragazzini, senza la radio, la televisione, il frigorifero, la cucina a gas e tante altre comodità e modernità”, confessa l’autore in uno dei racconti.

In quest’opera, Carruba ha colto quel pulviscolo di memorie del tempo andato, impreziosendole con riferimenti di luoghi, personaggi, e ancora con i modi di dire, canzoni e poesie, tanto che il lettore avverte durante la lettura il suo stesso desiderio: quello che questo patrimonio non vada disperso.
L’amore per il mare e la terra, gli insegnamenti religiosi e familiari, i primi approcci col mondo del lavoro e con l’universo femminile, una vivace e mai ostentata curiosità intellettuale e il ricorso sapiente all’ironia, fanno da scenario alla celebrazione di valori spesso dimenticati, come la laboriosità, il senso di responsabilità, il rispetto dell’altro e la solidarietà.
“L’uomo è fatto di ricordi. La nostra infanzia, la nostra adolescenza e la nostra maturità ci rendono le persone che siamo”, commenta Lucia Pasquini, Direttore Editoriale di Intrecci Edizioni, “Quello che un libro dovrebbe fare è tramandare la memoria di chi lo scrive. Armando Carruba ci è riuscito in pieno. Un libro colmo di ricordi. L’autore volge indietro nel tempo il suo sguardo per raccontarci le esperienze che lo hanno reso l’uomo che tutti amano e apprezzano”.

Nell’opera si rivela l’ampia cultura di Armando Carruba: conservare la memoria del passato illustrando i fatti con accuratezza e riportando i numerosi documenti storici, è obiettivo perfettamente raggiunto. Il linguaggio è asciutto, efficace, ricco di espressioni dialettali che contribuiscono a far entrare il lettore nel “tempo magico” che viene descritto, risvegliando il ricordo o l’interesse per quegli anni.

La frapposizione di nomi, luoghi e avvenimenti reali così vari e frequenti rende la lettura ancor più raffigurativa, grazie anche al patrimonio lessicale di cui specialmente la lingua siciliana è ricca, e Armando Carruba ne è maestro. Questa caratteristica espressiva fa giungere nella profondità dell’animo dell’autore, del quale si avverte la sensibilità. Armando esprime il vissuto del gruppo con passione, senza alcuna remora a mettere in evidenza la vita semplice e povera di quei tempi.
“In maniera prepotente, emerge […] la personalità dell’autore: la sua profonda cultura di vita, la sua mitezza e bontà d’animo, la pacatezza nell’affrontare qualsiasi tema, senza che mai affiorino sentimenti di astio o avversione, anzi una generosa tendenza alla giustificazione delle sbavature altrui”, così commenta l’amico Antonino Risuglia, autore della postfazione dell’opera.

NOTA BIOGRAFICA
Armando Carruba nasce a Monterosso al mare (SP) nel 1944. Cresce a Siracusa per via del lavoro del padre, lavora per più di trent’anni nelle raffinerie petrolchimiche di Priolo Gargallo, e nel tempo sviluppa uno spiccato interesse per il teatro per la poesia dialettale. Molto attivo su internet, a oggi gestisce un blog e una pagina Facebook in cui narra aneddoti della Siracusa de na’ vota.