Tredici accessi ispettivi in azienda edili, agricole e altro, nei territori di Carlentini, Avola, Rosolini, Noto, Melilli, Priolo Gargallo, Palazzolo Acreide e Pachino, da parte dei Carabinieri del Nil per contrastare lavoro nero, caporalato e violazioni della normativa a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Sono state in tutto 46 le posizioni lavorative esaminate, di cui 18 sono risultate irregolari sotto il profilo contributivo e retributivo.
Individuati 11 lavoratori in nero, occupati in cinque aziende, di cui due cantieri edili, un asilo nido, una autocarrozzeria e una azienda agricola.
Nei confronti dei titolari delle 5 aziende è scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per avere utilizzato “in nero” più del 20% della forza lavoro.
Denunciati altri 5 datori di lavoro per diverse violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, tra cui l’omessa verifica delle disposizioni contenute nel piano di sicurezza e la mancata previsione di opere di protezione contro il rischio di caduta dall’alto.
Infine, sono stati denunciati madre e figlio (minorenne all’epoca dei fatti) per avere dichiarato all’Inail un falso infortunio presso l’azienda agricola in cui era occupato in nero, per ottenere il riconoscimento dell’infermità per causa di lavoro.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, invece, le lesioni del minore sarebbero frutto di una colluttazione con altro lavoratore (anche lui occupato in nero). I due giovani sono stati deferiti in stato di libertà per lesioni volontarie, mentre madre e figlio per truffa aggravata.
Le sanzioni amministrative comminate ammontano ad oltre 53 mila euro e le ammende contestate ammontato a oltre 32 mila euro.