“La Dacca si è ritrovata come un vaso di coccio, anzi di plastica, schiacciata in mezzo a tanti vasi di ferro. Un’azienda leader fin dagli anni ‘90 nella produzione di stoviglie monouso, piegata sotto il peso della crisi di tutto il comparto della plastica, dell’instabilità della grande distribuzione organizzata, delle nuove regole ambientali dell’Ue, della minore richiesta da parte dei consumatori, dei costi del lavoro e di quelli energetici che stritolano l’impresa e delle difficoltà di accesso al credito. Un mix dagli effetti disastrosi, che ha causato la repentina chiusura dello stabilimento di Aci Catena e la perdita del lavoro di tutto il personale. Problemi ai quali siamo tutti chiamati oggi a porre soluzioni”.
Queste le parole di Angela Foti, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, che ricostruisce la crisi aziendale della Dacca e richiama l’attenzione sulla urgente necessità di intervenire su due versanti: soluzioni per i lavoratori dell’azienda acese e strategie di ampio respiro per l’intero comparto.
“Gli ammortizzatori sociali – specifica Foti – sono necessari per i dipendenti che da mesi non ricevono lo stipendio. Inoltre si deve al più presto formalizzare un tavolo possibilmente prefettizio dove si possa comprendere lo stato dell’arte. Ad oggi infatti risulta poco chiaro se ci sono o meno i margini e la volontà da parte della proprietà per fare ripartire gli impianti con un piano di riconversione della produzione. Questo passaggio è fondamentale per capire se e come possa intervenire il Mise”.
“Serve che lo Stato avvii – aggiunge Foti – un ragionamento di ampio respiro per questo e altri impianti produttivi italiani, perché più si va avanti e più saranno investiti dalla fine di un ciclo industriale, conseguenza dell’evoluzione del mercato e delle produzioni. Si tratta di un processo irreversibile e complesso, ma che dev’essere governato con attività di sostegno, rilancio e diversificazione, altrimenti tutte le parti in causa resteranno travolte”.