Si celebrerà venerdì, 10 febbraio, la giornata del ricordo delle vittime delle Foibe. In quest’occasione, il sindaco di Rosolini, Corrado Calvo, ha inviato una lettera a tutti gli studenti della città. La riceviamo e la pubblichiamo:
Il primo cittadino scrive:
“ Cari ragazzi, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 la Repubblica Italiana ha riconosciuto il 10 febbraio “Giorno del Ricordo, al fine di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra”. Furono migliaia gli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia che, tra il maggio e il giugno 1945, vennero uccisi dai partigiani di Tito, gettati nelle fenditure carsiche, o deportati nei campi sloveni e croati.
Questo giorno è stato scelto in riferimento al 10 febbraio 1947, data nella quale è stato firmato il Trattato di Parigi. Una data triste per i nostri connazionali del confine orientale in quanto l’Italia fu costretta a cedere alla Jugoslavia parte del proprio territorio nazionale decretando così l’inizio dell’ultimo e definitivo esodo dall’Istria, dalla Dalmazia e da Fiume, segnando per sempre la vita di migliaia di italiani che dovettero abbandonare le terre in cui si trovavano le loro radici, i loro beni, i loro cari defunti. Questi nostri connazionali furono travolti dall’esercito slavo comandato dal Maresciallo Tito già nel 1943 con una prima tremenda ondata di violenza, a cui seguirono dopo il 1945 innumerevoli e sistematici infoibamenti e atti di sterminio. L’accusa era quella di essere italiani, fascisti e sfruttatori del popolo. Una reazione cruenta e cieca ingiustificata, frutto di una brutale vendetta per quanto il fascismo aveva fatto nei confronti di sloveni e croati.
Pertanto il 10 febbraio è un giorno importante per ricordare, capire e condividere la memoria collettiva, per far conoscere, specialmente ai più giovani, ciò che è stato affinché sia di monito e non abbia più a ripetersi. Per questo motivo auspico che questa ricorrenza serva ad attivare momenti di riflessione capaci di analizzare criticamente ed attualizzare il passato.
Ricordare non significa solo tenere a mente le vicende storiche, né semplicemente inorridire per ciò che è accaduto; ricordare significa guardarsi attorno ed attuare un confronto fra ciò che è accaduto e ciò che ci circonda attualmente. Il ricordo rende consapevoli delle proprie responsabilità e della propria storia. E la conoscenza è un antidoto contro l’odio razziale, contro la paura delle diversità e la mancanza di democrazia.
Oggi Italia, Slovenia e Croazia sono uniti dallo spirito europeo che non cancella la memoria, ma ne fa tesoro. Un orizzonte di speranza nel quale non c’è posto per l’estremismo nazionalista, gli odi razziali e le pulizie etniche e in cui viene incontro come un fermo monito la memoria delle migliaia di italiani che rimasero vittime di quella violenza cieca e brutale”.