CAMPIDOGLIO

Di Maio a Virginia Raggi: “Marra non può restare”

Di Maio a Virginia Raggi: "Marra non può restare"

Luigi Di Maio torna oggi sul caso della chat con Virginia Raggi su Raffaele Marra. “Ieri sono finito sui giornali per una notizia falsa, se i direttori si vogliono scusare ritiro le querele”, spiega Di Maio secondo il quale la vicenda della chat dimostra come “il M5S le pulci le fa soprattutto ai nostri”. E su Marra Di Maio conferma come, avendo lavorato anche nelle Giunte precedenti, “avevamo diffidenze e per questo avevamo chiesto la rimozione. Ma su Marra Raggi ha già chiesto scusa”.

Scontro totale con stampa – Roma, Telegram, Raffaele Marra: su questi tre campi si innesca l’ultimo atto della battaglia campale tra M5S e stampa italiana. La notizia di una chat su Telegram del 10 agosto 2016 in cui Luigi Di Maio, scrivendo a Virginia Raggi, definisce “un servitore dello Stato” Raffaele Marra, campeggia oggi su tre grandi quotidiani innescando, immediata e rabbiosa, la reazione del Movimento. Da Beppe Grillo a Davide Casaleggio fino all’ala più lontana dal vice presidente della Camera, quella ortodossa, piovono parole di solidarietà per Di Maio e attacchi feroci verso una stampa che – questo il titolo del post di Grillo – fa “killeraggio” contro i pentastellati. Con un obiettivo, è il j’accuse dell’ex comico: prestare il fianco agli altri partiti per frenare il Movimento. La chat a cui si fa riferimento risale a circa un mese dopo l’ormai celebre incontro tra Di Maio e Marra. Ed è una chat, riportano i quotidiani questa mattina, che è finita nello smartphone dell’ex braccio destro della sindaca di Roma, attualmente al Regina Coeli. Il contesto è duplice: da un lato il Movimento attende di sapere (la risposta arriverà il 12 agosto) dal pm di Roma Giuseppe Pignatone se nei confronti di Marra vi siano “iscrizioni suscettibili di comunicazioni”; dall’altro nel M5S serpeggia, già prepotente, l’insofferenza per uno dei cardini del ‘raggio magico’. “Aspettiamo Pignatone. Poi insieme allo staff (il minidirettorio, ndr) decidete/decidiamo. Lui non si senta umiliato. E’ un servitore dello Stato. Sui miei il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”, sono le parole di Di Maio al centro del caso.

La chat, come anticipato dall’Ansa e poi pubblicato sul blog, è però più lunga di quella contenuta nelle carte pubblicate dai giornali. “Nella riunione con me, Marra semplicemente mi ha raccontato i fatti. Io l’ho ascoltato. Perché tu me lo avevi chiesto. Sono rimasto a tua disposizione non sua. E penso che nel gabinetto non possa stare, perché ci eravamo accordati così”, scrive Di Maio, al quale Raggi replica che “Pignatone risponderà quanto prima”. Parole che, tra l’altro, inducono il senatore FI Maurizio Gasparri a chiedere che il ministro della Giustizia riferisca su un eventuale traffico di notizie riservate tra Pignatone e Raggi. “Non è stata data alcuna notizia coperta da segreto investigativo”, è la replica della Procura di Roma.