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Augusta, “Operazione Gap”: scoperta frode da 43 milioni di euro nel polo industriale: arresti e sequestri. VIDEO

Augusta, operazione Gap: scoperta frode da 43 milioni di euro nel polo industriale: arresti e sequestri

Avevano messo in piedi una rete di società che operavano nel polo industriale siracusano, tra Priolo e Melilli, attraverso le quali frodavano lo Stato. Sono 12 gli indagati dell’operazione Gap, condotta dalla Guardia di Finanza di Auguste e coordinata dalla Procura di Siracusa. Eseguite 7 misure restrittive (2 in carcere, 3 ai domiciliari, un obbligo di dimora e un divieto di espatrio, oltre a 5 provvedimenti interditivi. A carico dei 12 sono stati sequestrati oltre 43 milioni di euro. I reati contestati sono associazione a delinquere, reati fiscali e reati fallimentari.
Le indagini sono partite nel 2017 da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una delle società n dissesto e che poi è stata estesa alle altre. Sarebbe stato appurato tutte le cosietà afderenti al Consorzio Cipis, facevano capo ad una coppia di coniugi Isabella Armenia e Stefano Bele, che attraverso un sistema strutturato di scatole vuote cancellavano il debito fiscale e previdenziale.
Si aggiudicava appalti a prezzo ribassato che non teneva conto dell’importo dovuto allo Stato, a titolo d’imposta o di contributo previdenziale. Il lavoro così appaltato veniva poi fatto svolgere dalle consorziate di turno. Quando una società aveva ormai raggiunto debiti tributari di considerevole importo, veniva sostituita con un’altra impresa di nuova costituzione, che si avvaleva sempre della stessa maestranza e degli stessi mezzi.
La coppia si avvaleva della collaborazione di un factotum e di una squadra di prestanome reclutati alle mense dei poveri di Augusta, che venivano ricompensati con cifre irrisorie, da 50 a 200 euro.

Per drenare le risorse dalle società venivano utilizzati due metodi: venivano deliberati compensi sproporzionati per la coppia di coniugi o il denaro, attrverso una serie di passaggi, arrivava ad una società maltese che fungeva da cartiera, per poi tornar in Italia ai due imprenditori augustani.
Per ingannare le committenti venivano falsificati i Durc e Unilav.
Condotte delittuose che in un decennio hanno inquinato il mercato del polo industriale attraverso la violazione sistematica delle regole e che vedono come vittime anche i lavoratori. Per tutelarli sarà nominato dal Gip un amministratore giudiziario e i beni sotto sequestro saranno affidati in custodia ai capo cantiere con facoltà d’uso.