La politica del Bipolarismo o del disturbo bipolare
Io in un paese nel quale ad una ragazzina di colore venga impedito di sedere su un sedile del bus solo perché è nera, non ci vivrei. In una nazione nella quale una superstite dei campi di sterminio nazifascisti sia costretta a vivere sotto scorta, non vorrei starci. Da un luogo nel quale un’avvocatessa venga selvaggiamente picchiata perché in tribunale difende pro bono alcuni giovani extracomunitari, prenderei subito le distanze. Di una società calcistica che consenta ai propri tifosi di dileggiare un calciatore perché ha la pelle scura, non vorrei essere simpatizzante. Per fortuna in Italia questi vomitevoli episodi non accadono, o comunque non rivestono il carattere di arroganza, violenza, razzismo, prevaricazione che alcune penne prezzolate vorrebbero loro attribuire. Suonano rassicuranti le dichiarazioni sdegnate dei maitre a penser della new age politica italiana. Non si tratta di razzismo, e certamente è illogico parlare di violenza, sono soltanto episodiche intemperanze di giovani fumantini che non riescono a controllare la propria innocente esuberanza.
E poi ci sono loro, i giornalisti comunisti, le zecche rosse che creano inutili allarmismi. Prendete il pezzo che state leggendo, ad esempio. Di sicuro è scritto da un comunista radical chic che però al polso indossa un rolex d’oro. Provate a chiedere a costui quanti extracomunitari ospita a casa sua. Chi critica le nuove destre è zecca rossa per definizione, anche se sostiene di non sentirsi politicamente rappresentato come costui, sempre zecca rossa è…
La menata del paventato ritorno ad un regime totalitario è davvero ridicola. Bisogna guardare avanti, la Storia è la Storia, il futuro è un’altra cosa. Ma davvero, dico io, credete che si possa tornare alla politica dell’emarginazione di neri, gay, ebrei e così via? E che noia quei soloni abusivi che come un disco stonato ripetono la tarantella dell’odio usato come carburante per accendere (o riaccendere) l’antisemitismo nazifascista.
E’ una vera fortuna che fior di galantuomini come Vittorio Feltri riportino il dibattito su binari consoni ad un paese che vuole definirsi civile. Le differenze fra uomo e donna nel mondo del lavoro, ad esempio, è un tema sensibile. Feltri è stato più volte accusato di essere un misogino, ma – ci chiediamo tutti – è misogino chi si batte perché venga restituita alla donna la sua vera vocazione di madre, moglie ed angelo del focolare? E’ misogino chi vorrebbe che la famiglia tornasse ai valori che le sono propri attraverso un’opportuna assegnazione dei ruoli? Fortuna che Feltri non è solo in questa battaglia di civiltà. L’ex ministro Fontana, l’intellettuale Adinolfi, il senatore Pillon ed il suo illuminato ddl (affossato ignobilmente dagli amici dei gay) sarebbero le persone giuste cui affidare le sorti dell’Italia, perché il nostro torni ad essere quel paese che nel passato stabiliva ruoli e regole. E perché non dirlo?! Il fascismo ha fatto anche cose buone, anche se non molti se lo ricordano. Lo spiritosetto che scrive questo articolo evidentemente fa finta di non ricordare che fu Mussolini ad inventare il sistema pensionistico (se lo spiritosetto potesse replicare, forse direbbe che questa è una colossale bufala riscontrabile facilmente sui libri di Storia: le “pensioni” furono introdotte dal governo Crispi nel 1895 ed estese anche ai lavoratori delle aziende private nel 1919 dal governo Orlando). Fu il Fascismo a bonificare ben otto milioni di ettari di terreno (lo spiritosetto consiglierebbe di dare una scorsa agli scritti dello storico Renzo De Felice che sbugiarda con dati di fatto la campagna propagandistica del 1933). Per non parlare di edilizia popolare e parificazione sociale degli italiani, e mi sembra di capire che lo spiritosetto inviterebbe, se potesse, i lettori di questo articolo a documentarsi per scoprire che anche in questo caso si tratta di bufale storiche.
Ma non dategli credito, è semplicemente una zecca rossa, e sarà finalmente zittito quando le destre democratiche e pluraliste di Lega e Fratelli d’Italia andranno al potere, dimostrando in questo modo la loro profonda vocazione per la democrazia, la libertà e l’uguaglianza.
E se siete arrivati fino a qui, vuol dire che siete un po’ zecche rosse anche voi.
Bruno Formosa
E poi ci sono loro, i giornalisti comunisti, le zecche rosse che creano inutili allarmismi. Prendete il pezzo che state leggendo, ad esempio. Di sicuro è scritto da un comunista radical chic che però al polso indossa un rolex d’oro. Provate a chiedere a costui quanti extracomunitari ospita a casa sua. Chi critica le nuove destre è zecca rossa per definizione, anche se sostiene di non sentirsi politicamente rappresentato come costui, sempre zecca rossa è…
La menata del paventato ritorno ad un regime totalitario è davvero ridicola. Bisogna guardare avanti, la Storia è la Storia, il futuro è un’altra cosa. Ma davvero, dico io, credete che si possa tornare alla politica dell’emarginazione di neri, gay, ebrei e così via? E che noia quei soloni abusivi che come un disco stonato ripetono la tarantella dell’odio usato come carburante per accendere (o riaccendere) l’antisemitismo nazifascista.
E’ una vera fortuna che fior di galantuomini come Vittorio Feltri riportino il dibattito su binari consoni ad un paese che vuole definirsi civile. Le differenze fra uomo e donna nel mondo del lavoro, ad esempio, è un tema sensibile. Feltri è stato più volte accusato di essere un misogino, ma – ci chiediamo tutti – è misogino chi si batte perché venga restituita alla donna la sua vera vocazione di madre, moglie ed angelo del focolare? E’ misogino chi vorrebbe che la famiglia tornasse ai valori che le sono propri attraverso un’opportuna assegnazione dei ruoli? Fortuna che Feltri non è solo in questa battaglia di civiltà. L’ex ministro Fontana, l’intellettuale Adinolfi, il senatore Pillon ed il suo illuminato ddl (affossato ignobilmente dagli amici dei gay) sarebbero le persone giuste cui affidare le sorti dell’Italia, perché il nostro torni ad essere quel paese che nel passato stabiliva ruoli e regole. E perché non dirlo?! Il fascismo ha fatto anche cose buone, anche se non molti se lo ricordano. Lo spiritosetto che scrive questo articolo evidentemente fa finta di non ricordare che fu Mussolini ad inventare il sistema pensionistico (se lo spiritosetto potesse replicare, forse direbbe che questa è una colossale bufala riscontrabile facilmente sui libri di Storia: le “pensioni” furono introdotte dal governo Crispi nel 1895 ed estese anche ai lavoratori delle aziende private nel 1919 dal governo Orlando). Fu il Fascismo a bonificare ben otto milioni di ettari di terreno (lo spiritosetto consiglierebbe di dare una scorsa agli scritti dello storico Renzo De Felice che sbugiarda con dati di fatto la campagna propagandistica del 1933). Per non parlare di edilizia popolare e parificazione sociale degli italiani, e mi sembra di capire che lo spiritosetto inviterebbe, se potesse, i lettori di questo articolo a documentarsi per scoprire che anche in questo caso si tratta di bufale storiche.
Ma non dategli credito, è semplicemente una zecca rossa, e sarà finalmente zittito quando le destre democratiche e pluraliste di Lega e Fratelli d’Italia andranno al potere, dimostrando in questo modo la loro profonda vocazione per la democrazia, la libertà e l’uguaglianza.
E se siete arrivati fino a qui, vuol dire che siete un po’ zecche rosse anche voi.
Bruno Formosa