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Donne promotrici, contro la degenerazione dello scontro politico

Donne promotrici, una raccolta firme contro la degenerazione dello scontro politico

E’ nato da poco, ma il gruppo Donne promotrici è destinato a far sentire la propria voce sul territorio siracusano. La loro prima iniziativa tocca un argomento troppo spesso sottovalutato: la violenza verbale contro le donne.
Noi siamo le parole che usiamo, e il linguaggio che usiamo non è altro che lo specchio della nostra personalità: se quest’ultima è aggressiva i termini utilizzati non possono che essere volgari e violenti.
In quest’ottica Donne promotrici ha lanciato una raccolta firme contro la degenerazione dello scontro politico e per la dignità delle donne, e in difesa del linciaggio mediatico che si è scaraventato contro la consigliera Simona Princiotta.
“Il legittimo e sacrosanto diritto di cronaca non può e non deve trascendere fino alla mortificazione della dignità delle persone” – scrivono in una lunga nota – “Pettegolezzi spacciati per notizie e commenti sempre più infamanti e denigratori si susseguono ormai con cadenza quotidiana”.
A prendere le difese di Simona come donna, prima che consigliera, l’associazione Articolo1: “A prescindere dai pareri personali verso la vicenda, – dichiara la portavoce Anna Martano – non è tollerabile la violenza verbale e psicologica che Simona sta subendo. Offese personali e a sfondo sessuale non sono altro che un modo per mettere a tacere una persona con un metodo meschino, figlio di una cultura maschilista che si deve combattere”.
Prima firmataria del documento una donna che sta pagando in prima persona le cause della violenza di genere: Luisa Ardita, sorella di Eligia vittima di femminicidio.
“E’ ingiusto – dice Luisa Ardita – l’accanimento contro una donna che, nonostante la parità dei diritti già richiesta, è sempre più debole rispetto a un uomo. Simona è perseguitata. Io da donna mi sento in dovere di difendere un’altra donna. Noi saremo una spalla sulla quale Simona e le altre donne potranno sempre contare”.
Il linguaggio, quindi visto come una base culturale sulla quale partire per cambiare l’occhio sociale. Offese sulla vita privata e termini legati alla vita sessuale sono i prezzi da pagare per le donne in politica quando si arriva a uno scontro.
Si difende anche Simona Princiotta, la quale ringraziando le donne che la sostengono in questa battaglia e rilancia contro la stampa e l’Amministrazione: “So che non mi arriveranno le scusa per gli attacchi ricevuti perchè si tratta di persone infamanti. Ho sporto innumerevoli denunce contro il sindaco e contro alcune testate della stampa locale. Io credo nella giustizia e sono sicura che farà bene il suo corso. Sono consapevole di aver demolito, con le mie battaglie, un sistema fatto di mazzette e corruzione e se gli attacchi personali vogliono essere un mezzo per fermarmi, ebbene io non lo farò”.
“Io attacco i poteri forti dal punto di vista politico – continua – loro rispondono diffamando la mia persona sul lato personale. Io considero queste persone piccoli uomini abituati a vivere nel fango. Trovo vergognoso, inoltre, che nessuna donna del PD, che ricopre ruoli istituzionali, abbia speso neanche una parola per la causa mantenendo un silenzio complice”.
“L’attacco personale – conclude – è la taratura delle persone coinvolte. Questo però non mi ferma, io non metterò fine alle mie battaglie”.