Da martedì 22 dicembre Mohamed, 13 anni, ospite della comunità per minori di Avola “La Casa di Sarah” è praticamente scomparso nel nulla. Nonostante la giovane età, avrà vissuto esperienze pesanti ma i suoi occhi hanno ancora la purezza propria di un ragazzino con tanti sogni da realizzare. Sogni di cui qualcuno potrebbe essersi approfittato. E a distanza di 4 giorni non si hanno sue notizie. Mohamed è uscito di casa per andare a scuola e non ha fatto più ritorno. Grande la preoccupazione che il direttore della struttura, Paolo Caruso, esterna in un lungo post sui social:
“La vicenda di Mohamed che sta attraversando il nostro periodo natalizio come un’assurda colonna sonora, ci sta dando modo di poter riflettere su parecchie cose”.
Caruso non sa darsi pace per la scomparsa di Mohamed e nella sua riflessione smonta pezzo dopo pezzo tutti i pregiudizi sui ragazzi stranieri che arrivano in Italia e che, nel pensare comune, cercano, appena possibile, di scappare verso altre mete
“Anche se ci fosse solo 1 Mohamed su 100 che volesse essere riabbracciato ed è finito per qualche errore suo o degli altri, nelle mani sbagliate, vale lo stesso la pena di spendere tutte le risorse possibili e immaginabili per aiutarlo. Ci distrugge – aggiunge – il pensiero di un ragazzino di 13 anni che adesso, o anche tra un mese, si trovi in difficoltà e ricerchi di essere salvato da quel qualcuno che ha smesso di cercarlo dopo due giorni perchè figlio di un preconcetto”.
Caruso fa poi riferimento ai principi educativi che ispirano l’attività della comunità: “La Casa di Sarah crede nella Libertà di ognuno e vuole essere Speranza Viva; ecco perchè non potrà vivere alcun rapporto educativo, se manca la fiducia da una parte e la libertà di voler essere liberi nel rispetto degli altri, di sè stessi e delle regole dall’altra. Cari giovani amici immigrati e non, che andate via perchè convinti dall’amico che vi prospetta una vita migliore; sappiate che non potrà mai essere Libero un uomo che non ha conquistato la Libertà in modo legale”.
Arrivano infine i ringraziamenti per le forze dell’ordine per il lavoro che stanno facendo e che vengono esortate a continuare e il lancio di un’iniziativa per sostenere le ricerche di Mohamed e dei tanti giovani come lui che vanno aiutati ad essere liberi: Caruso invita tutti a realizzare dei mini video con una frase ben precisa: “Tuteliamo i minori, al di là di ogni loro caratteristica etnica, proviamo a dare gli stessi diritti a tutti e ad ognuno di loro, Riabbracciamo Mohamed” da inviare poi al numero WhatsApp 3484280657.
Quando è uscito per andare a scuola, che peraltro frequenta con profitto, Mohamed indossava un bomber blu scuro con maniche tricolore verde bianco e rosso, tuta verde bottiglia, zaino Spiderman rosso e blu. Con sé ha portato solo lo zaino e il cellulare con il caricabatterie.