È scontro fra governo e regioni sul decreto riaperture. A innescare le polemiche è la decisione del governo di mantenere il coprifuoco per bar e ristoranti fino alle 22, misura che per il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, renderebbe vano il via libera alla ripresa delle attività di questi locali. Per questa ragione Fedriga riunisce i governatori per un vertice straordinario dal quale esce con una lettera per il presidente del Consiglio, Mario Draghi, in cui si chiedono modifiche al decreto riaperture.
Tra le richieste c’è quella di posticipare il coprifuoco dalle 22 alle 23, anche “in ragione dell’approssimarsi della stagione estiva caratterizzata dall’ora legale e, in considerazione della riapertura delle attività sociali e culturali”.
Il governo risponde con la ministra per il Sud, Maria Stella Gelmini: “Il fatto che nel testo del decreto varato ieri non sia stato riprogrammato il coprifuoco, non significa che durerà fino al 31 luglio”.
Oltre al coprifuoco, ad alimentare lo scontro sono anche le misure sulla scuola. I governatori protestano per la richiesta arrivata dal governo di riaprire tutte le scuole di ogni ordine e grado al 100% entro il 26 aprile. Una strada impercorribile per i governatori che, con il presidente Fedriga, spiegano che è “tecnicamente impossibile” garantire il 100% della presenza nelle scuole dal 26 aprile, considerando la possibilità di occupare il 50% dei posti a disposizione nei mezzi pubblici.
Ancora Maria Stella Gelmini annuncia “deroghe” per quelle Regioni che non riusciranno a mettersi al passo: “Nel decreto ci sarà scritto il 70%: ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra”.