Rottura e continuita’. Personalita’ forti della cerchia repubblicana e uomini del settore privato di area conservatrice piu’ o meno impegnati nella campagna elettorale. All’indomani della vittoria alle elezioni prsidenziali, gli osservatori e gli analisti iniziano a disegnare l’organigramma della squadra che affianchera’ Trump nel governo degli Stati Uniti per i prossimi 4 anni. Il futuro presidente e’ chiamato a riempire almeno 4.000 posti di nomina pubblica. Questi alcuni dei nomi piu’ gettonati dalla stampa americana in queste ore nei ruoli chiave della futura amministrazione.
SEGRETARIO DI STATO
Newt Gingrich, ex speaker della Camera, 73 anni, uomo influente nei circoli repubblicani di Washington, viene dato come probabile segretario di Stato. Gringrich e’ un ‘trumpiano’ della prima ora, uno dei pochi che non ha mai vacillato nel suo appoggio incondizionato al neo presidente Usa, nemmeno nei momenti in cui gran parte della elite repubblicana gli ha voltato le spalle. Ha anche corso per le primarie repubblicane nel 2011, senza ottenere la nomination. Per la poltrona di John Kerry, che fu gia’ di Hillary Clinton, sulla stampa Usa circolano anche i nomi di Robert ‘Bob’ Corker, senatore del Tennessee e attuale presidente della Commissione Esteri del Senato e di John Bolton, il ‘neocon’ gia’ ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite nell’era Bush e ancora oggi ascoltato consigliere di molti think thank conservatori.
L’ECONOMIA
Secondo indiscrezioni che circolano gia’ da giorni su diversi quotidiani Usa, Trump avrebbe gia’ individuato il suo uomo alla guida del Tesoro. Si tratta di Steven Mnuchin, laurea a Yale, gia’ banchiere di Goldman Sachs, oggi numero uno della finanziaria Dune Capital e presidente finanziario della campagna elettorale di Trump. Mnuchin, dopo aver accumulato milioni di dollari con Goldman Sachs si e’ dato alla produzione di film e ha fondato una societa’ che ha finanziato tra l’altro la produzione di successi del botteghino come ‘Avatar’ e ‘American Sniper’. Uomini della finanza e del settore privatO potrebbero occupare un’altra casella chiave per l’economia Usa, quella di segretario al Commercio: in corsa ci sarebbero il miliardario Wilbur Ross e Dan Di Micco, ex amministratore delegato del colosso dell’acciaio Nucor Corp. Entrambi sono consiglieri di Trump. Un altro multimilionario e’ in predicato per la poltrona di capo del dipartimento per l’Energia: si tratta di Harold Hamm, Ceo di Continental Resources. Secondo Forbes il suo patrimonio nel 2016 ammonta a 13,1 miliardi di dollari.
SEGRETARIO ALLA DIFESA
Stephen Adley, ex consigliere per la Sicurezza Nazionale e l’ex senatore Jim Talent sono i due nomi circolati per la poltrona di ministro della Difesa. Secondo altre fonti citate dai media Usa, tra i papabili ci sarebbe anche anche Jeff Sessions, consigliere di Trump durante la campagna elettorale. Senatore dell’Alabama, 69 anni, Sessions fa parte dell’ala conservatrice del partito (sua la proposta di bandire gli omosessuali dall’esercito) ed e’ decisamente interventista in politica estera (appoggio’ con fervore l’invasione Usa dell’Iraq nel 2003). Fautore dell’America first’ e su posizioni piu’ isolazioniste invece e’ un altro possibile segretario alla Difesa, l’ex generale Michael Flynn, indicato dal Daily Telegraph come possibile nuovo capo del Pentagono. Secondo ‘Buzzfeed’ invece, il prossimo ministro della Difesa potrebbe essere il 39enne repubblicano Duncan Hunter.
PROCURATORE GENERALE
Il nome piu’ scontato al momento sembra quello dell’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani. A pochi minuti dalla vittoria, lo stesso Trump ha tributato al sindaco della ‘tolleranza zero’ un ringraziamento esplicito per non aver mai mollato durante la campagna elettorale. Da procuratore del distretto Sud di New York City, prima di diventare sindaco, Rudi Giuliani ha indagato sui principali casi di mafia e sulla corruzione a Wall street. Al secondo posto del ‘toto governo’ c’e’ Chris Christie, attuale capo del ‘transition team’, la squadra che traghettera’ Trump alla Casa Bianca. Governatore del New Jersey, 54 anni, Christie e’ stato indicato anche come possibile segretario al Commercio, ma sconta lo scandalo che ha investito alcuni dei suoi collaboratori sugli appalti per i lavori del Washington Bridge, uno dei piu’ importanti ponti che collega il New Jersey a New York. Durante le primarie, l’appoggio di Christie fu determinate per il sorpasso di Trump al suo concorrente Marco Rubio.
SEGRETARIO AGLI INTERNI
Il petroliere Forrest Lucas, 74 anni, numero uno e co-fondatore della Lucas Oil, potrebbe essere il prossimo segretario agli Interni degli Stati Uniti. La nomina di Lucas aprirebbe un clamoroso conflitto di interessi, considerato che il dipartimento che andrebbe a occupare si occupa della tutela del territorio e quindi delle concessioni petrolifere e minerarie. I candidati alla poltrona di Segretario agli Interni sono diversi, si parla di Robert Grady, ex funzionario di alto livello nell’amministrazione Bush e perfino di uno dei figli di Trump, Donald Trump Jr pare sia interessato alla carica. Ma un nome in particolare suscita forte curiosita’, quello di Sarah Palin, gia’ candidata vice presidente con John McCain contro Barack Obama nel 2008. Secondo il magazine ‘Politico’, Trump potrebbe indicare prorpio la ex governatrice dell’Alaska come ministro dell’Interno.
SANITA’ E SERVIZI SOCIALI
Il governatore della Florida Rick Scott, ma soprattutto l’attivista per i diritti degli afroamericani Ben Carson, sono i nomi che circolano per il ruolo di segretari alla Sanita’. Lo stesso Trump, riefrendosi a Carson, ha detto esplicitamnte che “sara’ molto coinvolto nella mia amministrazione nei prossimi anni”.
CAPO DELLO STAFF
Reince Preibus, 44 anni, e’ il favorito per ricoprire uno dei ruoli piu’ delicati dell’amministrazione, quello di capo dello staff della Casa Bianca. Priebus e’ presidente del comitato nazionale dei Repubblicani, ruolo che favorisce il legame tra lo stato maggiore del partito e il nuovo presidente, soprattutto dopo la conquista del Congresso. Priebus e’ considerato molto vicino a allo speaker della Camera, Paul Ryan.