Quattordici persone sarebbero state raggiunte da un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della Dda della Procura di Messina sull’attentato a Giuseppe Antoci. I fatti risalgono alla notte tra il 17 e il 18 maggio dell’anno scorso nel bosco di Miraglia tra Cesarò e San Fratello quando furono esplosi colpi di fucile contro l’auto blindata del presidente del Parco dei Nebrodi. Le informazioni di garanzia sarebbero funzionali ad accertamenti tecnici non ripetibili a carico di indagati. Probabilmente si compareranno le tracce biologiche lasciate da qualcuno degli attentatori sul luogo dell’agguato dove erano stati trovati mozziconi di sigaretta. La pista privilegiata è quella della mafia dei pascoli. “Non sarò mai più la stessa persona – dice Antoci – che ero fino al 17 maggio 2016, la mia vita è cambiata come sono cambiate le mie notti, i miei sogni, le mie paure. Ma quando vedo i risultati che stiamo ottenendo nella lotta alla mafia, allora tutto diventa più chiaro e più sereno, come quando nel cielo si diradano le nuvole”.