Il governo dovrebbe superare indenne la mozione di sfiducia al ministro Lotti per la vicenda Consip, in programma per oggi pomeriggio al Senato: se i numeri lasciano dormire tranquillamente il premier Gentiloni, a preoccuparlo è l’innalzamento dello scontro politico da parte di Mdp, con Enrico Rossi che ha chiamato in causa lo stesso Gentiloni.
I NUMERI:
Guardando i numeri del Senato il fronte del “no” alla mozione annovera tra le proprie fila 99 senatori del Pd, 27 di Ap, i sottosegretari Della Vedova e D’Onghia che siedono nel Gruppo Misto e in Gal. A questi voti vanno aggiunti tre di Fare!, i due senatori vicini a Pisapia (Luciano Uras e Dario Stefano), Sandro Bondi e Manuela Repetto, nonche’ almeno 13 dei 19 del Gruppo delle Autonomie (si escludono cioè due ex M5s e i quattro senatori a vita che non si sa se saranno presenti). “No” anche dai 16 verdiniani di Ala e, secondo quanto oggi riferiscono Riccardo Villari e Michelino Davico, 6 o 7 dei 13 senatori di Gal (tra essi D’Onghia). Quindi 168 o 169 voti. Non prenderanno parte al voto tre senatori di Idv, e 14 di Mdp: ma questa defaillance sarà ininfluente.
I “si” certi alla mozione sono infatti molti di meno: 35 senatori di M5s, 12 della Lega e 8 di SI, a cui dovrebbero aggiungersi cinque ex pentastellati oggi nel Gruppo Misto (Mussini, Bignani, Mastrangeli, Simeoni, Vacciano), nonché Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, componente di Gal: in tutto solo 62 voti. Numerosi gli indecisi: quattro dell’Udc, nove di Direzione Italia, e diversi altri senatori ex M5s o del Gruppo misto, e i restanti 4 o 5 di Gal: tra 27 e 52. Ma anche se tutti e 52 votassero la mozione, essa arriverebbe a 112 voti.
A togliere qualsiasi pathos ci ha pensato Forza Italia che, come ha confermato il capogruppo Paolo Romani, non parteciperà al voto, con i suoi 43 senatori: per principio è contraria alle mozioni di sfiducia individuali. Questo renderà i voti di Ala aggiuntivi rispetto alla maggioranza, togliendo così uno spunto polemico a Mdp verso il Pd, ma anche verso il governo.