L’eccesso di carenza idrica e conseguentemente di igiene alla base della protesta di ieri al carcere di Augusta. Per quanto i detenuti abbiano espresso il loro malcontento in forma pacifica, non sono mancati i momenti di tensione, subito sevìdati dall’intervemto degli agenti di polizia penitenziaria. Sull’accaduto interviene Sebastiano Bongiovanni, dirigente federale nazionale del Sippe: “La mancanza d’acqua sarebbe la causa scatenante e sicuramente i detenuti fautori della protesta non hanno perso l’occasione per creare una situazione a grave rischio e solo grazie al tempestivo intervento della polizia penitenziaria si è potuto assicurare l’ordine e la sicurezza. La situazione nel carcere resta, comunque, difficile per via dell’emergenza idrica che dura da più di 20 anni, a cui si aggiunge il problema di zanzare e insetti vari. C’è il pericolo di nuove tensioni dietro le sbarre. Ci auguriamo un immediato intervento da parte delle autorità dirigenti, del PRAP e del DAP, nell’auspicio che siano presi provvedimenti seri e risolutivi che garantiscano le minime condizioni igieniche, oggi mancanti. La casa reclusione di Augusta – conclude Bongiovanni – oggi contiene un numero di detenuti più del doppio della sua capienza; di contro il personale penitenziario è inferiore almeno di 70 unità: è evidente che questa situazione è insostenibile, pronta ad esplodere da un momento all’altro”.
