Il sindaco di Avola, Luca Cannata, si schiera a favore del decreto sicurezza voluto dal ministro Matteo Salvini. E’ proprio il primo cittadino di Avola tra i principali fautori di una lettera inviata ai vertici dell’Anci per chiedere un confronto ed evitare che l’associazione che rappresenta tutti i primi cittadini venga usata strumentalmente per sostenere le posizioni politiche di una parte del Paese.
In tutto sono 30 i sindaci che scendono in campo a difesa dell’applicazione del decreto.
“Sono a favore del decreto – spiega – perché credo convintamente che contenga norme e principi condivisibili che vanno nella formulazione di una riforma necessaria, utile a porre ordine e regole in realtà già applicate in altre democrazie nei paesi occidentali, come ad esempio gli Usa con la regolamentazione dei visti”.
In Italia, d’ora in avanti – si legge nella missiva indirizzata al presidente dell’Anci, Decaro – si accoglie “solo chi ha diritto e chi rispetta le regole, senza aprire le porte indiscriminatamente, così come avviene negli altri paesi europei che peraltro ci hanno completamente lasciati soli nella gestione del fenomeno”. Anche alla luce di queste convinzioni, i sindaci chiedono ad Anci di non dare la sensazione di aderire tout court alle tesi del partito dell’accoglienza e che si faccia carico anche della sensibilità di tantissimi sindaci di città piccole, medie e grandi che guardano al decreto sicurezza come a un necessario strumento normativo.
“È chiaro – sottolinea il sindaco Cannata – che il decreto, come ogni testo normativo, può essere migliorato. E in questo caso, ad esempio, le risorse a favore delle amministrazioni comunali per far fronte alle continue esigenze locali con dei poteri da implementare in tema di ordine pubblico sono da verificare. Ma il tema, oggi, è cercare di affrontare l’accoglienza garantendo quella sicurezza minata in questi anni, flussi programmati e una gestione dell’immigrazione che eviti il disagio sociale nelle comunità. Accoglienza che deve essere capace di integrare e includere. E in tal senso la mia città, con il centro Sprar, ha dimostrato negli anni di saper fare bene integrazione e inclusione. È importante accogliere donne, bambini, tutti coloro che scappano dalla guerra e dai soprusi e vengono da noi per trovare libertà e diritti, ma questa equiparazione non può avvenire con i migranti economici o i colpevoli di reati. In tal caso l’accoglienza deve essere normata e deve tutelare le nostre comunità, il nostro territorio, le nostre tradizioni e le nostre radici. Noi dobbiamo garantire e tutelare innanzitutto i diritti dei nostri concittadini e allo stesso tempo non girarci dall’altra parte verso chi viene, cercando libertà e civiltà, ma con regole certe e rispettose della sicurezza di tutti”.