Aggravante terrorismo per Salvo Madonia, imputato al quarto processo per la strage di via d’Amelio. La richiesta e’ stata avanzata dal procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci a conclusione del suo intervento sul ruolo del boss, in Corte d’Assise, dove questa mattina e’ iniziata la requisitoria. Paci ha spiegato come la strategia stragista ebbe effettivamente finalita’ terroristiche: “Cosa nostra – ha detto – voleva suscitare terrore nell’opinione pubblica e costringente lo Stato a sedersi, da vinto, al tavolo delle trattative”. Nella riunione del dicembre del ’91, “in cui Toto’ Riina rivolse agli altri boss gli auguri di Natale – ha proseguito il magistrato – era presente anche Madonia. In quella stessa riunione, Cosa nostra decise di dichiarare guerra allo Stato dando il via alla stagione stragista. La sua responsabilita’ si ricava dalle dichiarazioni di pentiti come Giuffre’, Cancemi e Brusca”. Madonia “era uno dei piu’ stretti alleati di Riina ed era a capo del mandamento di Resuttana. Via d’Amelio, era una zona che si trovava nel territorio di Madonia e Cosa nostra la conosceva bene”. Paci ha anche detto che uno dei motivi che scateno’ la stagione stragista furono gli esiti del maxi processo, con la conferma delle condanne da parte della Cassazione. La requisitoria, dopo una breve pausa, prosegue nel pomeriggio. Stamane il Pm era partito dalle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, definite “dirompenti”, perche’ hanno consentito di aprire una nuova stagione giudiziaria e hanno sgretolato le certezze arrivate dai precedenti processi per l’attentato del 19 luglio ’92 e che avevano resistito a tre gradi di giudizio. Il depistaggio sulla strage di via D’Amelio e’ un dato ormai acquisito”. Gli imputati sono Madonia e Vittorio Tutino, accusati di strage, e i falsi pentiti Vincenzo Scarantino, Francesco Andriotta e Calogero Pulci, che rispondono di calunnia.