E’ una polveriera sul rischio di esplodere l’impianto di depurazione Ias di Priolo, dove, dopo la scadenza della convenzione trentennale il 31 dicembre del 2015, la struttura sta andando avanti in regime di proroga. La prima di sei mesi è scaduta a maggio, la seconda è in corso e scadrà a fine anno. I sindacati e i lavoratori sono in allarme e da 3/4 mesi stanno cercando di forzare i tempi per arrivare quanto prima al rinnovo del quale però si sono perse le tracce. Da qui la decisione dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil e Ugl, di forzare i tempi attraverso l’indizione di uno sciopero di 24 ore, scattato alle 7 di questa mattina. Cancelli bloccati, dunque, in attesa di risposte e spiragli promettenti. “Il problema – riferisce Mario Rizzuti, segretario provinciale Filctem Cgil – non è solo occupazionale, anche se è bene sottolineare che in questa partita c’è in ballo il futuro di 100 famiglie di lavoratori tra diretti e indotto. La questione maggiore riguarda la funzionalità dell’impianto che rischia di saltare perché senza manutenzione”. La preoccupazione di Rizzuti è tutt’altro che infondata: nell’impianto confluiscono i reflui della perte alta di Siracusa, di Priolo, Melilli e delle industrie del polo industriale. Va da se che uno stop improvviso dell’impianto per problemi funzionali comporterebbe un rischio apocalittico, salterebbe la depurazione dei reflui con il blocco totale dell’attività nell’area industriale. Eppure a maggio scorso l’assessore regionale Mariolina Lo Bello in un incontro con i sindacati aveva assicurato che la Regione, proprietaria al 70% dell’impianto, era interessata al rinnovo della convenzione. Poi il silenzio. Un silenzio che prosegue ancora oggi. I rappresentanti sindacali di categoria individuano nei privati la ragione di questo stop, perché, a loro dire, vorrebbero gestire direttamente questo servizio, riuscendo così a risparmiare sui costi del servizio.