Un provvedimento, quella della chiusura per 5 mesi della Sp Noto-Pachino, che arriva come una doccia fredda ed inaspettata per i territori a sud di Noto.
Da Portopalo arriva la prima reazione forte a firma del sindaco, Gaetano Montoneri e dell’assessore Rachele Rocca: “Impensabile chiudere la Pachino-Noto per cinque mesi. Siamo assolutamente contrari – dichiarano – a questa sbagliatissima scelta degli organi competenti di isolarci dal resto del territorio.
Con tutto il rispetto per i lavori per la bretella autostradale, contenti che si concluda dopo decenni un’opera di grande importanza, non possiamo accettare che si chiuda al transito la strada di principale accesso al nostro territorio nel periodo in cui inizia la stagione turistica.
Abbiamo contattato già – aggiungono – esponenti del Governo Regionale, cercheremo in ogni modo di bloccare questo provvedimento completamente sbagliato e trovare un altro tipo di soluzione. Questa chiusura sarebbe un danno enorme per l’indotto economico del nostro territorio, per la salute dei nostri cittadini collegati ai più vicini ospedali proprio da questa arteria”.
A questa mobilitazione si uniscono anche la Pro loco e il Cenaco di Marzamemi, oltre all’associazione commercianti e artigiani di Pachino: “La zona sud – si legge in una nota – è stata già fortemente penalizzata per l’assenza di uno svincolo autostradale e per gli interminabili i lavori di costruzione di una bretella che, appaltati nove anni fa, si sono protratti in maniera inaccettabile. Non è possibile che l’estremo sud-est siciliano venga praticamente isolato e che per raggiungere Marzamemi, Pachino, Vendicari, Portopalo di Capo Passero si sia costretti a percorrere l’autostrada fino a Rosolini. Sono intuibili – continua la nota – le pesantissime conseguenze per la sopravvivenza stessa di persone colpite da ictus o da infarti, per le quali i tanti minuti che verranno impiegati in più per raggiungere gli ospedali potrebbero risultare fatali. Gravissima sarebbe la penalizzazione di tutte le attività economiche, con quelle del settore turistico in primo piano, di un territorio che già soffre per una crisi che dura da tempo”.
Da qui la richiesta di essere ricevuti dal Prefetto di Siracusa per rappresentargli l’estrema gravità della situazione.