La riforma Boschi e’ una riforma “eversiva della Costituzione” che “manda all’aria la struttura” della Carta e “qualora il 4 dicembre i cittadini dovessero confermare la legge Boschi avremmo un’altra Costituzione, verrebbe radicalmente modificata la forma di governo”. E’ la denuncia di Alessandro Pace, presidente del comitato per il No al referendum composto da diversi costituzionalisti.
“Il Senato non dara’ piu’ la fiducia e sara’ bloccato. L’unica camera funzionante, grazie al porcellum, esprimerebbe 340 seggi a favore della maggioranza. E ancorche’ al presidente del Consiglio non vengano attribuiti maggiori poteri, avremo un uomo solo al comando. I poteri sono gia’ tanti, ma quello che succede e’ che non ci saranno piu’ contropoteri”, aggiunge Pace in un incontro con la stampa estera. Sono 704 i comitati per il No che operano sul territorio, 100 quelli formati dagli studenti e 35 comitati per il No all’estero.
“Se il voto all’estero fosse rilevante ai fini della vittoria del SI” al referendum costituzionale del 4 dicembre, “noi avremo la possibilita’ di effettuare reclamo all’ufficio centrale del referendum”. Lo ha detto il presidente del comitato del No, professor Alessandro Pace, durante l’incontro con i giornalisti alla stampa estera. L’ufficio centrale, ha aggiunto, “e’ un organo giurisdizionale che puo’ sollevare questioni di costituzionalita’” davanti alla Consulta. Il voto, secondo quanto stabilisce la nostra Carta, e’ “personale, libero e segreto”, ha aggiunto Pace ma per il modo con cui si vota dall’estero “non e’ garantita la segretezza”.
“Questa riforma e’ una fregatura per gli italiani all’estero”. Lo dice parlando proprio con la stampa estera il vicepresidente del comitato del No, Alfiero Grandi, e ai cronisti stranieri chiede un aiuto ad informare anche delle regioni del No gli italiani all’estero visto che il presidente del Consiglio, segretario del Pd e “capo indiscusso del comitato del Si”, Matteo Renzi, ha mandato una lettera ai quattro milioni di nostri connazionali che risiedono fuori dall’Italia. Quindi spiega che con la riforma gli italiani all’estero “non eleggeranno piu’ i senatori” in loro rappresentanza e che “se va avanti l’Italicum non parteciperanno al ballottaggio”.