il caso

Il porto di Augusta fuori dal Recovery Plan, i sindacati: “Serve azione corale”

Il porto di Augusta sparito dal Recovery Plan, i sindacati: "Serve azione corale"

La valorizzazione del porto di Augusta sparita dal programma del Recovery Plan.
Una situazione che provoca la presa di posizione dei sindacati. Per Roberto Alosi, segretario generale provinciale della Cgil di Siracusa forse non tutto è perduto: “Si provi, se ancora in tempo, a costituire rapidissimamente, una cabina di regia corale in grado di sostenere con forza la vocazione commerciale al Porto di Augusta e a ricentralizzare a livello nazionale l’attenzione sulla rilevanza geo-strategica del Porto. Servono – prosegue – progetti certi, in avanzata fase esecutiva e velocemente cantierabili, compartecipazione di risorse e valutazione credibile dell’impatto sulla crescita e sull’occupazione. Il tutto entro il 2026 perchè il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non ammette deroghe o ritardi.
Il Porto di Augusta – insiste Alosi – rischia di andare incontro ad una sorte di tempesta perfetta per la sovrapposizione fra la fragilità del proprio progetto di rilancio in chiave Hub, l’emergenza lavoro, il disaccordo Governo-Regione e il mancato coinvolgimento del territorio in tutte le sue articolazioni sociali, istituzionali, e imprenditoriali. Ma la madre di tutte le criticità – fa notare – è la situazione ambientale profondamente compromessa da oltre 25 anni di scarichi inquinanti nella rada e dalla sostanziale assenza delle operazioni di bonifica e di risanamento del fondo marino assolutamente necessario per raggiungere il pescaggio di almeno 20 metri di profondità necessario per accogliere le navi oceaniche e aprirne almeno un corridoio di transito”.
Sulla stessa linea Luisella Lionti, commissaria della Uil di Siracusa-Ragusa-Gela e segretaria organizzativa della Uil Sicilia, che ha preso parte oggi al tavolo tecnico organizzato dal Comune di Augusta: “Riteniamo fondamentale una presa di posizione unitaria che coinvolga istituzioni e parti sociali per sollecitare attenzioni concrete, partendo dai progetti già elaborati dall’Autorità portuale. Il porto di Augusta – aggiunge – per collocazione geografica e soprattutto per la profondità dei fondali è vocato a essere terminale delle navi portacontainer, che sempre di più attraversano il Mediterraneo. Il potenziamento di questo porto interessa non solo la raffinazione ma l’intera filiera logistica per lo sviluppo della nostra regione. È necessario, però, distinguere i progetti legati al potenziamento del porto con quelli dell’eventuale bonifica. Rivendichiamo – conclude -azioni coerenti con le stesse indicazioni del Recovery Plan Italia”.