Sono stati 59 anni di silenzi, di rimandi e di accuse. Da circa 10 giorni il Teatro Comunale ha sciolto il bavaglio e ha rotto il silenzio al quale era costretto,e ha ripreso a dire, parlare e urlare arte. I cittadini si sono confermati amanti della cultura, del bello e della polemica. Piogge di critiche: dal loggione chiuso, al numero di biglietti staccati, per arrivare a una nota dell’ex sindaco Roberto Visentin che punta il dito contro l’Amministrazione Garozzo che, a suo dire, non avrebbe fatto altro che allungare i tempi della riapertura per motivi non precisi. L’ex primo cittadino tira in ballo una festa che si è tenuta tre anni fa all’interno dello storico immobile.
Se il teatro – scrive l’ex sindaco – non era completato né utilizzabile come è stato possibile nell’ottobre 2013 allestire un set per una festa privata organizzata dai titolari di un importante marchio italiano (Dolce e Gabbana) che mai avrebbero accettato una location, che secondo le dichiarazioni degli attuali amministratori era poco più che un cantiere?.
Intanto – replica con forza il vicesindaco Francesco Italia – non si trattava di una festa privata, ma di una presentazione in anteprima mondiale alla stampa di un prodotto. E’ chiaro che si trattava di un evento con un numero di persone molto inferiore alle 406 persone che sono attualmente autorizzate ad entrare a teatro. I palchi non erano utilizzati e il teatro non era impegnato nella sua funzione di rappresentazione scenica. Quindi, questo esempio che cita Visentin, è errato e fuorviante perchè all’interno del teatro non è stata fatta alcuna festa privata
Visentin non si ferma a queste dichiarazioni ma, fornisce un elenco dettagliato dei vari finanziamenti spesi dall’Amministrazione Bufardeci/Visentin. Parla inizialmente dei fondi stanziati dagli anni 80 fino alla sua amministrazione. Nonostante un’ingente somma stanziata, tra il 2005 e il 2007, al termine dei lavori la struttura non era ancora fruibile, a causa di interventi non completi e in particolare agli impianti.
Il progetto – scrive Visentin – comportava una spesa di circa 5,3 milioni di euro, coperti in parte con fondi della 433/91 e per la restante parte con un mutuo di 4 milioni. Al 31 dicembre 2012, nonostante alcuni ritardi per ricorsi al Tar, i lavori erano completati inclusi gli arredi. Mancava all’appello il sipario. Nell’arco di poche settimane la struttura poteva però essere fruibile. Interventi per circa 1,8 milioni di euro sono stati eseguiti prima dell’anno 2000. Sotto la sindacatura Bufardeci ne sono stati investiti altri 2,7 e ben 5,3 milioni di euro sono stati stanziati con me sindaco
Per farla breve, l’accusa (non troppo velata) è di aver strumentalizzato l’apertura del Teatro, sfruttando l’operato delle precedenti amministrazioni.
L’impegno di somme molto consistenti delle vecchie amministrazione è un merito che abbiamo sempre riconosciuto sia io che il sindaco” – dichiara l’assessore alla Cultura, Francesco Italia. “Il problema in questo caso è ampio, e non può essere ridotto solo alla quantità di soldi spesi, ma in primis si deve parlare di come sono stati spesi questi soldi. Qui si tratta di un impianto anti incendio che, costato milioni di euro, non ha mai funzionato e non può funzionare perchè è stato realizzato con materiali difformi da quelli di progetto, e lo conferma un perito del Tribunale
Come mai – continua Italia – sono state montate in quel teatro, prima ancora della fine delle opere strutturali, parecchi applique della lunghezza di 80 cm, che hanno un costo di qualche centinaia di euro ciascuna e montate in stanze remote del teatro. E, paradossalmente, gli spazi centrali erano al buio quindi parlo dei palchi, bagni, androne, ingresso ecc.. Come mai hanno aspettato che fosse l’Amministrazione Garozzo a rendersi conto che quell’impianto era da buttare? E’ veramente triste – commenta infine Italia – questa sorta di gara a chi ha fatto più o chi ha fatto meno. Sarebbe il caso, invece, di godere di un patrimonio finalmente restituito alla comunità. Sicuramente avrebbe più senso che anche gli ex amministratori si adoperassero per far sì che il teatro comunale di Siracusa diventi un luogo di cultura, identità e storia della nostra città