Ventiquattro mila tonnellate di rottami movimentati illegalmente e sette persone denunciate per reati ambientali e frode fiscale. Ma anche, fatture false per oltre 14 milioni di euro. Questo il bilancio di un’operazione portata a termine della guardia di finanza di Torino e coordinata dalla procura della Repubblica del capoluogo piemontese, che ha posto fine all’attivita’ criminosa di un’azienda operante nel settore dei rottami metallici che, secondo gli inquirenti, immetteva sul mercato rifiuti potenzialmente nocivi per la salute pubblica. Si trattava, come hanno accertato i finanzieri del nucleo di polizia tributaria Torino, di materiale di dubbia provenienza irregolarmente acquistato in violazione della normativa per lo smaltimento di rifiuti pericolosi. L’operazione, chiamata ‘dirty metal’, e’ nata per far luce sulle modalita’ di acquisizione e rivendita di un ingente quantitativo di rottami metallici da parte un’impresa di Rivarolo Canavese, i provincia di Torino. In quella occasione i finanzieri hanno appurato come la societa’ avesse acquistato oltre 24 mila tonnellate di rifiuti, ‘camuffando’ la contabilita’ per mascherare l’effettiva provenienza degli stessi. Per gli investigatori, la tecnica adottata prevedeva che l’azienda contabilizzasse gli acquisti mediante fatture per operazioni inesistenti oppure dichiarando che la merce era stata ricevuta da privati cittadini. L’obiettivo era aggirare la normativa ambientale e immettere in commercio rottami metallici che, in ragione della loro effettiva provenienza, sarebbero invece dovuti essere sottoposti a specifici trattamenti di recupero regolamentati per legge. L’amministratore della societa’ e altre cinque persone sono stati denunciati all’autorita’ giudiziaria per emissione di fatture false per oltre 14 milioni di euro, nonche’ per l’evasione di circa 3 milioni di Iva. Lo stesso amministratore, insieme al suo predecessore e’ stato denunciato anche per traffico illecito di rifiuti.