Duello a distanza tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sulla riforma della legge elettorale. In due interviste a Repubblica e al Corriere della Sera, i leader di Pd e Fi indicano modelli opposti: il doppio turno con il ballottaggio o il Mattarellum, il primo; il proporzionale, il secondo.
Il segretario Dem rilancia anche con forza l’azione nel partito. “Le nuove polarità sono esclusi e inclusi, innovazione e identità, paura e speranza. Gli esclusi sono la vera nuova faccia delle disuguaglianze, dobbiamo farli sentire rappresentati. L’identità è ciò che noi siamo, senza muri e barriere, e non dobbiamo lasciarla alla destra. Quanto all’innovazione, è indispensabile per non finire ai margini, ma ne ho parlato in termini troppo entusiastici, bisogna pensare anche ai posti di lavoro che fa saltare. Insomma, c’è un gran da fare per la sinistra”.
E’ quanto afferma l’ex premier Matteo Renzi in una lunga intervista a Repubblica in cui spiega come intenda, a partire dai suoi “errori”, rilanciare il Pd. “Ho fatto tante riforme senza capire – ammette – che serviva più cuore e meno slide”, “credo nel Pd, lo rilanceremo con facce nuove e valori forti. Non ho fretta di votare – aggiunge – ma evitiamo un bis del 2013”. “Continuo a pensare – dice Renzi sulla legge elettorale – che il ballottaggio sia il modo migliore di evitare inciuci. Se la Consulta lo boccerà, c’è il Mattarellum. Con il proporzionale si torna alla Dc”.
Il Cav si dice pronto a scendere in campo in caso di elezioni. “Sì alle urne il prima possibile, un buon sistema di voto però richiede tempi non brevissimi”. E’ quanto afferma Silvio Berlusconi, in una intervista al Corriere della Sera, in cui annuncia di volersi candidare alle prossime elezioni: “Mi auguro che i giudici di Strasburgo abbiano la sensibilità di tenere conto nella tempistica della valutazione di una vicenda giudiziaria che attende già da troppo tempo” che “è in gioco la democrazia di un grande Paese europeo”, “sono ottimista di natura – aggiunge -, e nonostante tutto credo nella giustizia. Quindi ritengo piuttosto probabile e assolutamente auspicabile” la mia candidatura “nell’interesse della democrazia e dell’Italia”. “E’ necessario chiarire – fa sapere Berlusconi – che quando chiedo il sistema proporzionale non lo chiedo affatto per fare le larghe intese. Io voglio vincere le prossime elezioni con il centrodestra, che mi auguro unito su un progetto liberale e riformatore. Dico però che l’Italia è troppo fragile per permettersi governi espressione di una minoranza di elettori, e nei quali il resto del Paese non si riconosce”.