Viveva in stato di schiavitù insieme al figlioletto a Lentini ed è stata liberata dopo la richiesta d’aiuto inviata dai familiari che vivono a New York ad un centro antiviolenza del Ragusano. La vittima è di una giovane donna colombiana vessata dal compagno, nonché padre del bambino e da un altro rumeno. I due sono stati arrestati.
La donna e il bambino sono stati rintracciati in un’abitazione dichiarata inagibile dopo il terremoto del 1990 e occupata abusivamente da più persone. Prima dell’irruzione in casa, i poliziotti hanno cinturato l’edificio e bloccato ogni possibile via di fuga. Quando la donna li ha visti è scoppiata in un pianto liberatorio.
Successivamente ha raccontato ai poliziotti la sua vita d’inferno: aveva conosciuto il suo compagno all’estero e lo aveva seguito in Italia solo perché lui la minacciava di toglierle il bambino, avendole sequestrato i passaporti.
Così la costringeva a chiedere l’elemosina insieme al figlio in tenerissima età e con qualsiasi condizione climatica, e a dargli tutto il ricavato di ogni giornata. L’uomo ha tentato anche di avviarla alla prostituzione ma la donna è riuscita ad evitarlo. Questa situazione è andata avanti fino a quando la donna si è confidata con la madre e la sorella che vivono a New York. L.C. e D.M. sono stati arrestati per il reato di riduzione in schiavitù e denunciati per furto di energia elettrica.
La donna e il figlioletto sono stati affidati ad una comunità in località segreta e sono già in corso le pratiche per regolarizzare la loro posizione sul territorio nazionale.