Sono considerati responsabili in concorso dell’omicidio di Santo Massimo Gallo, di Francofonte scomparso nel marzo del 2002.
Con quest’accusa sono stati arrestati alle prime luci dell’alba, dai Carabinieri di Siracusa, Michele D’Avola di 44 anni, attualmente detenuto in regime di 41 bis nel carcere de L’Aquila, e Fabrizio Iachininoto di 47, residente a Lentini.
Le indagini sulla scomparsa di Santo Massimo Gallo, esponente del clan Campailla a Scordia e ritenuto da subito vittima di “lupara bianca” per mano del clan Nardo di Lentini, sono state riaperte nel 2015 allorquando il patrimonio informativo raccolto nel corso degli anni dai Carabinieri, trova riscontro nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e da caso di lupara bianca si passa ad un caso di omicidio.
Secondo la ricostruzione degli investigatori Santo Massimo Gallo nella notte tra il 22 e il 23 marzo 2002 viene sequestrato, portato in una località nelle campagne di Lentini e viene torturato per avere notizie del fratello Vincenzo, all’epoca latitante e ritenuto far parte del commando che il 10 luglio del 2001 uccise in un agguato Antonino Mallia, affiliato al clan Nardo. Vincenzo Gallo è oggi rinchiuso con una condanna all’ergastolo nel carcere di Rebibbia. Alla fine Santo Massimo Gallo, come da copione, viene ammazzato a colpi d’arma da fuoco. Il suo corpo non è stato mai ritrovato.
Alla base del fatto di sangue c’è anche la contesa per la gestione del traffico di stupefacenti tra i due clan mafiosi. Le indagini sono state coordinate dalla DDA di Catania.