questa notte

Lentini, vandalizzata la sede della Cgil: Zappulla esprime solidarietà

Lentini, vandalizzata la sede della Cgil: divelti gli infissi

Abbattuta prima la rete di protezione di una finestra e poi l’infisso al fine di introdursi all’interno della sede della Cgil di Lentini. I ladri, all’interno della struttura, avrebbero iniziato a cercare del denaro mai trovato, per poi passare alla vandalizzazione dei locali, buttando sottosopra gli arredi e disperdendo per le stanze tutti i documenti e certificati custoditi nei faldoni.
Il tutto è successo nella notte appena trascorsa, e poi a scoprire l’accaduto questa mattina gli impiegati comunali – la Camera del lavoro è attigua al Municipio – la cui attenzione è stata attirata dalla finestra forzata. E’ così scattato l’allarme: sul posto i carabinieri e il segretario della Camera del Lavoro, Paolo Censabella. Al vaglio dei carabinieri le riprese delle telecamere di sicurezza del Comune e che potrebbero aver ripreso i malviventi.

A esprimere solidarietà alla Cgil di Lentini, il deputato nazionale di Articolo 1, Pippo Zappulla: “Quella Camera del lavoro -dichiara – è stata da sempre la Casa del popolo. Deturpandola, si è lanciato un messaggio a cui bisogna reagire con fermezza proprio per le sue implicazioni politiche. Come me, che vi ho trascorso anni fra i più importanti del mio impegno sindacale, sono tantissimi coloro legati a quella sede da ricordi indelebili sulle battaglie per la giustizia e l’uguaglianza. – continua
– Questo grave gesto contro un importante simbolo storico nella nostra provincia, e nell’intera regione, non può e non deve passare sotto silenzio, né essere declassificato a semplice bravata. Le Forze dell’ordine diano massima priorità alle indagini, per fare al più presto luce su un episodio che potrebbe assumere risvolti inquietanti alla vigilia di una delicatissima tornata elettorale. – conclude – Tutti i lavoratori, insieme alla forze sane della società e della politica, tengano alta la vigilanza democratica per impedire che questi episodi inquietanti diventino prologo di inaccettabili derive.”