Per il Colle una nuova legge elettorale e dunque un governo che assicuri una transizione ordinata, nel rispetto della sovranità del Parlamento, sarebbe innanzitutto “una soluzione obbligata prima che buon senso”. Inoltre, determinante diventa anche la sentenza della Consulta: “Ovvie ragioni di correttezza istituzionale richiedono prima di andare a nuove elezioni di attendere le conclusioni di quel giudizio il cui esito non è ovviamente prevedibile”. Quale governo assicuri questo percorso è, innanzitutto, nelle mani di Renzi. E affidato alla volontà del Parlamento, perché sin dall’inizio di questa crisi il capo dello Stato si è posto come arbitro e garante, osserva l’Huffington Post.
“E’ inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee”. Questa è la posizione del Colle, secondo il quotidiano online. “Il risultato del referendum ha confermato un Parlamento con due Camere, regolate da due leggi elettorali profondamente differenti, l’una del tutto proporzionale, l’altra fortemente maggioritaria con forti rischi di effetti incompatibili rispetto all’esigenza di governabilità”, scrive l’Huffington Post.
Matteo Renzi nella direzione del Pd di oggi, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, indicherà un bivio: o un governo di responsabilità nazionale con la più ampia partecipazione delle forze politiche per affrontare le scadenze del paese o le elezioni. Il Pd, spiegano le stesse fonti, non è intenzionato a reggere un governo da solo facendosi “rosolare” dalle opposizioni che chiedono le urne anticipate e accusano i dem di volere restare al governo.
Le consultazioni per la formazione del nuovo Governo inizieranno giovedì, al massimo venerdì. Questo è l’orientamento del Quirinale alla vigilia del voto di fiducia sulla manovra e della direzione del Pd. Fermo restando uno scenario in veloce evoluzione.
Intanto tempi strettissimi per l’ok della manovra in Senato. Il governo chiederà la fiducia sulla legge di bilancio e punta ad arrivare al voto in Aula entro domani sera. Le dichiarazioni di voto cominceranno alle 12 e la prima chiama è prevista per le 14.30. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha accettato di ‘congelare’ le proprie dimissioni in attesa dell’ok alla manovra convinto anche dai tempi strettissimi di approvazione che saranno, dunque, tali.
Già in mattinata il Pd aveva fatto sapere di voler accelerare. Sulla legge di bilancio – aveva detto il capogruppo Pd in commissione Bilancio Giulio Santini – “chiederemo di fare il più presto possibile” ed è quindi “presumibile” che vada in Aula domani sera.