L’operazione è stata denominata Piramidi e ha coinvolto il territorio di Siracusa, Catania e Palermo. In tutto sono state arrestate 14 persone.
Il Gico della guardia di finanza sta eseguendo il sequestro finalizzato alla confisca di sei imprese e dei rispettivi beni, per 50 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta della Dda della Procura di Catania due imprenditori, Antonio Paratore e figlio, indicati come appartenenti a Cosa nostra e legati direttamente e prestanome di un boss, per la gestione e il trattamento illecito di tonnellate di rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale, anche grazie alla connivenza di pubblici funzionari della Regione Sicilia deputati al rilascio delle autorizzazioni.
Antonino Paratore e il figlio sarebbero legati, secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia al boss Maurizio Zuccaro della famiglia Santapaola-Ercolano di Catania per il quale avrebbero agito anche da prestanome, realizzando grossi guadagni dalla gestione e dal trattamento illecito di tonnellate di rifiuti provenienti da tutto il territorio nazionale, anche grazie alla connivenza di funzionari pubblici della Regione Sicilia, deputati al rilascio delle autorizzazioni.
Gli arrestati
Antonino Paratore, 70 anni, carcere Catania Piazza Lanza
Carmelo Paratore, 36 anni, carcere Trento
Salvatore Grillo, 47 anni, carcere Catania Bicocca
Giuseppe Verderame, 63 anni, carcere Catania Bicocca
Gianfranco Cannova, 59 anni, carcere Palermo Pagliarelli
Salvatore Salafia, 58 anni, funzionario del Comune di Mellili, carcere Catania Piazza Lanza
Giuseppe Simone Piazza, 31 anni, carcere Catania Bicocca
Salvatore D’Amico, 46 anni, ai domiciliari
Agata Di Stefano, 35 anni, ai domiciliari
Antonino Di Vincenzo, 40 anni, ai domiciliari
Maurizio Cottone, 42 anni, ai domiciliari
Giuseppe Amara, 49 anni, ai domiciliari
Giovanni Amara, 44 anni, ai domiciliari
Mauro Verace, 42 anni, ai domiciliari
