I 59 ex lavoratori del Cara di Mineo scrivono al ministro Lamorgese una lettera aperta chiedendogli di riaprire la struttura di accoglienza ai migranti:
“Di fronte ad una nuova emergenza umanitaria si cercano soluzioni, spesso anche assai improbabili, quando invece la soluzione è già pronta. Per accogliere i migranti esiste già il Cara di Mineo: basta solo riattivarlo! Ed oltre alla struttura c’è un patrimonio immateriale fatto di professionalità e competenze, espresso da centinaia di ex dipendenti, operatori sociali e professionisti dell’accoglienza. Al Governo italiano costa di più noleggiare le navi che rilocare la struttura di contrada Cucinella. Riaprire il Cara di Mineo farebbe risparmiare lo Stato e poi restituirebbe un’occupazione a diverse centinaia di lavoratori, come coloro che scrivono, espulsi dal mercato del lavoro non perché inutili, ma solo perché alla politica serviva presentare uno “scalpo”. Si è costruito consenso mediatico togliendo il lavoro alle persone! Oggi, con un adeguato dispiegamento delle forze dell’ordine e dell’Esercito, si può organizzare l’accoglienza dei migranti in quarantena presso il Cara di Mineo, garantendo sicurezza sia ai lavoratori che a tutti i cittadini”.