Il “giardino di pietra”, come venne definita Noto (SR) dallo storico dell’arte Cesare Brandi, ha fatto da sfondo a scene memorabili del film “L’avventura”, diretto nel 1960 da Michelangelo Antonioni. Incorniciata dall’affascinante architettura barocca, si muoveva sinuosa la protagonista della pellicola, l’istrionica attrice Monica Vitti che oggi compie 85 anni.
Il film girato, in buona parte a Noto e in altre location siciliane (Isole Eolie e Taormina), rappresenta il primo capitolo della cosiddetta “trilogia esistenziale” o “trilogia dell’incomunicabilità” del regista, proseguita con ‘La notte’ e conclusa da ‘L’eclisse’. Il film, il più lungo del cineasta estense (2 ore e 25 minuti), segna l’inizio del sodalizio sentimentale-artistico fra Antonioni e Monica Vitti. Presentato in concorso al 13º Festival di Cannes, vinse il Premio della giuria, mentre quell’anno la Palma d’oro andò a La dolce vita di Federico Fellini.
Monica Vitti, ormai da tempo ritirata a vita privata per una malattia degenerativa, nasceva il 3 novembre 1931. Una delle più grandi attrici del cinema italiano il cui vero nome è Maria Luisa Ceciarelli.
L’attrice ha esordito nel 1954 nella commedia “Ridere! Ridere! Ridere!”. Il grande successo arriva con film come “La ragazza con la pistola” (1968) di Mario Monicelli e “Io so che tu sai che io so” (1982) diretto e interpretato da Alberto Sordi.
La sua caratteristica voce roca e l’innata verve l’hanno accompagnata per quasi quarant’anni di carriera cinematografica, dalle sue interpretazioni drammatiche nella “tetralogia dell’incomunicabilità” di Michelangelo Antonioni (L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto rosso) che le diedero fama internazionale a quelle in ruoli brillanti che la fecero considerare l’unica “mattatrice” della commedia all’italiana, in grado di tenere effettivamente testa ai suoi colleghi Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi.