Sono stati arrestati dai Carabinieri ieri a Noto Rosario Bona, 47 anni, e Corrado Di Giovanni, 38 anni. I due, entrambi netini, devono scontare rispettivamente, il primo la pena detentiva residua di 8 mesi e 27 giorni di reclusione per due “truffe dello specchietto” commesse tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007 in provincia di Torino, mentre il secondo la pena detentiva di 3 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di estorsione commesso in provincia di Teramo nell’estate 2011. In quest’ultimo caso la truffa dello specchietto non aveva funzionato, per cui Di Giovanni era passato alle minacce di morte.
La tecnica adoperata dai due arrestati è ormai nota: si tratta di un trucco relativamente semplice che consiste nel far credere all’automobilista in transito che la sua macchina abbia involontariamente urtato lo specchietto retrovisore dell’auto di chi sta mettendo in atto la truffa. La vittima sentirà il rumore di un colpo secco sulla propria carrozzeria, di solito sulla fiancata, (provocato in realtà da una pallina, un bastone, un sasso, ecc…) avendo l’illusione di un urto. Subito dopo entrano in scena il clacson ed i lampeggianti di un auto che invita il malcapitato a fermarsi: da qui la vera e propria recita del truffatore che, dopo aver mostrato il proprio specchietto retrovisore rotto, facendo leva su esorbitanti aumenti del premio assicurativo in caso di mancato accordo, chiede solitamente dai 50 ai 200 euro per risolvere la faccenda senza mettere di mezzo assicurazione o forze dell’ordine, magari anche con l’aiuto di un complice pronto a testimoniare che è andata proprio così. A questo punto la vittima solitamente paga, convinto di aver effettivamente causato il danno.
