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Nubi nere sul futuro della zona industriale: le 4 mosse del piano di Isab Lukoil allarmano i sindacati

Nubi nere sul futuro della zona industriale: le 4 mosse del piano di Isab Lukoil preoccupano i sindacati

Si prospetta un futuro complicato per Isab Lukoil nella zona industriale siracusana che con il Piano messo a punto e le mosse in esso contenute è entrata in rotta di collisione con i sindacati. I primi a reagire i chimici di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Siracusa che hanno comunicato oggi la cessazione di qualunque tipo di rapporto di dialogo con l’azienda.
Secondo i sindacati tira una brutta aria riguardo le reali intenzioni di prosieguo della produzione e della raffinazione nel sito priolese.
Secondo quanto riferiscono, a preoccupare è innanzitutto il cambiamento nel sistema di business che riguarda lil passaggio di parte della raffineria di servizio ad una società controllata da Lukoil Internazionale che si occupa di commercializzazione dei prodotti. In secondo luogo l’azzeramento degli investimenti previsti, azione questa interpretata come un cambio di strategia che non ragionerebbe più in termini di prospettiva ma di governo ordinario dell’attività. Ma fino a quando?. Terzo punto la decisione di imporre lo smaltimento di ferie arretrate, maturate e maturande per circa 22.000 giornate di lavoro, a rotazione, a tutti i dipendenti nei primi tre mesi del 2021. Punto quarto: smaltite le ferie, dall’1 aprile l’attivazione della cassa integrazione per i diretti e i turnisti pare fino alla fine dell’anno.
Insomma una serie di interventi che hanno messo in serio allarme i sindacati.
I chimici preannunciano l’intenzione di “avviare un serrato confronto con i massimi livelli istituzionali e si riservano di attuare tutte le possibili azioni di tutela previste dalla normativa sindacale al fine di salvaguardare l’interesse dei lavoratori e con l’intento di fare chiarezza circa le reali intenzioni del colosso russo che con tale condotta di depauperamento psicologico contribuisce a rendere disordinato ed incerto il futuro della raffinazione in Sicilia”.
Ma non solo questo, sono pronti ad entrare in campo le segretaerie generali ci Cgil, Cisl e Uil.