Con l’esercizio provvisorio scaduto a fine gennaio, la brusca frenata sulla legge di stabilità dopo che ieri l’Assemblea ha bocciato la norma che spalma un disavanzo di 544 milioni nel triennio mandando in ambasce il governo Musumeci, la Regione siciliana da quasi due settimane si trova in gestione provvisoria: dunque con l’autorizzazione solo al pagamento delle spese obbligatorie. Una sorta di “shutdown”, come l’ha definito il Pd, all’opposizione nell’isola insieme al M5s. Dopo la bocciatura della norma sul disavanzo, perno della manovra, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, ha richiamato alla responsabilità tutto il Parlamento siciliano: “Dobbiamo trovare una soluzione, i siciliani aspettano risposte altrimenti appena usciamo da qui ci ammazzano”. Ma la soluzione, almeno oggi, non è stata ancora trovata dal governo impegnato nell’exit strategy. Ad affossare la norma sul disavanzo sono stati sei franchi tiratori della maggioranza di centrodestra: 36 voti contrari e 29 quelli a favore.